Fu intorno al 1217, che le lotte per il possesso dei feudi valsesiani dei conti di Biandrate, peraltro molto estesi, raggiunsero il loro culmine, lo testimoniano alcuni documenti datati novembre e dicembre di quell’anno, nei quali sono elencati a monte di Balmuccia, nella valle Grande della Sesia, gli insediamenti di Scopetta, Scopa, Scopello, Pila, Failungo, Piode, Campertogno ed infine Pietre Gemelle, ultimo luogo abitato della valle. Il toponimo originale di Pietre Gemelle si presume fosse situato in una piana ripetutamente sconvolta dalle alluvioni della Vogna e della Sesia, di difficile individuazione, un po’ sotto a Riva. L’abbandono di quell’insediamento pare sia avvenuto nel XIII secolo, per qualche tempo sono rimaste la chiesa e il cimitero, ma la gente che vi abitava si sparse tra l’attuale capoluogo di Riva (“super ripam petris zumellarum”) e le frazioni. Con il nome di Pietre Gemelle per secoli è stato contrassegnato l’intero territorio degli attuali comuni di Riva Valdobbia e Alagna.
Gli insediamenti nell’alta Valsesia non superavano allora il limite di 800-900 metri di quota, al di sopra non vi erano che grandi alpeggi, possesso dei monasteri e dei capitoli canonicali, oltre ad un’antichissima via che la collegava in alta quota alla valle di Gressoney e a quella di Macugnaga, lungo il versante meridionale del Monte Rosa, utilizzata nel medioevo per il transito delle mandrie dirette agli alpeggi o alle fiere, e per le some cariche di mercanzie. Su di una roccia al culmine di una cresta che separa il ghiacciaio di Garstelet da quello di Bors, non lontano dalla Piramide Vincent, furono scoperti nell’800, dall’abate Carestia, un’iscrizione risalente al 1615 e i resti dell’antico tracciato. Dei grandi possessi monastici alla tastata della Sesia: Mud, Alagna e Otro, il più antico era l’Alpe di Mud,(Pè de Mud- Pedemonte). Esso compare nel 1025 in una donazione dell’imperatore al vescovo di Novara. Finì tra i beni del capitolo canonicale di San Giulio d’Orta nel 1138, quando fu ceduto in permuta al priorato cluniacense di San Pietro di Castelletto.
Del coevo Alpe d’Otro si sono trovati alcuni documenti del 1025, 1028, 1060. Nel 1083 esso è compreso nella ricca donazione che il conte Guido di Biandrate ha disposto a favore dell’abbazia di Cluny, tuttavia nel XII secolo i Biandrate risultavano avere ancora diritti su quell’alpe. Dell’Alpe Alagna (Olen) le prime notizie risalgono all’anno 1196. A ciascuna di queste alpi sul fondovalle corrispondeva una striscia di terra sulla sponda della Sesia, che veniva utilizzata per il pascolo delle mandrie nella mezza stagione (giugno o settembre). In Valsesia questi pascoli, al limite inferiore degli alpeggi, erano detti “pé” o “piedi d’alpe” (Pé de Mud, Pé d’Alagna, Pé d’Otro). Da lì partivano le strade dirette ai pascoli alti.
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