Stranamente, nella pubblicazione: “Le Colonie Tedesco-Vallesane e Walser delle Alpi” ( Fond. Arch. Monti – Collana Il Vecchio Tiglio), la “Parabola del Figliol Prodigo”, tradotta in tutti i dialetti dell’Impero per ordine di Napoleone I nel 1808, non fu tradotta nel Titch di Formazza.
A conferma di quanto sostenuto nella tesi dello studioso Julius Studer sulle differenze tra le diverse parlate delle comunità walser, l’amica Federica Antonietti, responsabile dello Sportello walser di Formazza ha voluto colmare la lacuna facendoci pervenire la sua traduzione.
Traduzione:
"Un uomo aveva due ragazzi. Il più giovane disse a suo padre: Padre mio, dammi cosa mi spetta; il padre divise il suo bene. Un paio di giorni dopo il più giovane dei due ragazzi raccolse tutto quello che aveva e andò molto lontano, dove dilapidò la sua proprietà".
"A Ma het zwe Böbä khäbä. Der Jungschtu het schim Attä kset: Oh minä Attu, géb-mär was mär khert; der Attu het schini Hab teilt. Än par Tag schpäter het der Jungschtu fa dä zwe Böbu di gantzu Sachä zämäksammlut un éscht wit fort, un het schini ganz Hab üsserkfrässä”