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Presentato ad Aosta il rendiconto niveo meteorologico dell’inverno 2007/2008, summa del lavoro annuale dell’Ufficio Valanghe della Regione. Rappresenta l’atto conclusivo della convenzione triennale tra la Regione Valle d’Aosta e il Laboratorio neve e suoli alpini dell’Università di Torino impegnatasi a formare sei giovani laureati per portare avanti il servizio dell’Ufficio Valanghe.

Il rendiconto annuale veniva regolarmente stilato negli anni Settanta e Ottanta, poi la serie si è interrotta per una quindicina di anni.  Grazie alla convenzione con L’Università di Torino la compilazione del bollettino è ripresa nel 2005, quattro volte alla settimana da dicembre a maggio.

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Nella presentazione di Manuela Farina, coordinatrice del bollettino niveo meteorologico, è emerso che nell’inverno scorso l’andamento climatico in Valle d’Aosta non è stato tanto bizzarro: «L’inverno 2007/ 2008  ha mostrato anomalie sostanzialmente solo nel mese di febbraio, caldo e secco. Dicembre e gennaio sono stati in linea con gli anni precedenti riguardo a precipitazioni e temperature. Dopo l’intermezzo di febbraio, è tornato il freddo, intenso soprattutto a fine marzo. Aprile ha fatto registrare forti precipitazioni, senza particolari anomalie. Le piogge sono poi diventate intense a fine maggio e sono proseguite fino a giugno».

Il bollettino presenta anche un riassunto delle previsioni meteo, note sulla struttura e il consolidamento del manto nevoso e l’innevamento riferito a 2000 metri di quota. Riguardo alle valanghe nell’inverno scorso ne sono state censite 311 spontanee e di queste 131 erano nuove per il catasto delle valanghe. Inoltre 57 eccedevano i limiti conosciuti. Le valanghe provocate di cui è giunta notizia all’Ufficio regionale sono state nove e hanno coinvolto in tutto cinque persone, con tre feriti e un morto.

I rilevamenti in loco sono stati effettuati dai tecnici dell’Ufficio Valanghe in collaborazione con il Corpo Forestale Valdostano. Il grado di pericolo valanghe più frequente nel settore dell’alta Valle è stato 3 (marcato), mentre negli altri due settori il grado più frequente è stato il 2 (moderato), ma a gennaio, mese più critico, è stato assegnato anche il pericolo 4 (forte).

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«Il bollettino fa valutazioni su scala regionale – ha spiegato Manuela Farina –quando si assegna il grado 4 di pericolo valanghe, scatta l’allerta alla protezione civile che lo trasmette agli amministratori e alle autorità locali che in ultima istanza devono decidere i provvedimenti del caso, come la chiusura di una strada». Il dato confortante è stato che il numero delle valanghe provocate è stato inferiore agli anni precedenti.

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