Il progetto museografico del Forte di Bard (Museo delle Alpi, Alpi dei ragazzi, Museo del Forte e delle Fortificazioni, Museo delle Frontiere) nasce nel 2003 dall'incontro degli architetti Luisella Italia e Massimo Venegoni (Dedalo – architettura e immagine) con il giornalista Enrico Camanni, animatore del progetto scientifico. Ad essi si affiancano, nella fase preliminare del concorso, un gruppo di progettisti londinesi specializzati in tecniche multimediali.
Il Museo delle Alpi, inaugurato il 13 gennaio 2006, rappresenta il primo progetto divenuto definitivo. Collocato al primo piano dell'Opera Carlo Alberto, principale corpo di fabbrica della fortezza, è il risultato di due anni di lavoro scientifico e di allestimento di un'équipe di specialisti di fama internazionale con l'obiettivo di costruire un'efficace sintesi tra passato e futuro, tra apparati divulgativi e spettacolari, tra ricostruzioni virtuali e citazioni dei più noti musei alpini tradizionali. Un continuo dialogo tra presente e passato, l’unico modo per capire e costruire un futuro.
Inoltre si è dialogato costantemente tra natura e cultura, consapevoli che – almeno sotto i tremila metri di quota – non esista più un paesaggio “naturale” alpino, ma ogni paesaggio sia frutto delle secolari interazioni tra i montanari e il loro ambiente di vita.
Il Museo delle Alpi non è un museo della nostalgia ma l’interpretazione e il racconto delle Alpi contemporanee che, con il loro fascino e le loro contraddizioni incorporano la storia e la tradizione alpina. E’ concepito come un continuo scambio tra locale e globale, tra piccolo e grande, dove ogni esperienza specifica serve per ragionare sulla complessità alpina e le Alpi, a loro volta, diventano un caso esemplare delle catene montuose del pianeta.
Il visitatore che attraversa le 29 sale viene accompagnato da suoni video e proiezioni e ogni tema è “svelato” e raccontato dietro lo schermo di un monitor da un osservatore (il naturalista, il geografo, l’antropologo, lo storico) che gli comunica la propria esperienza.
Il risultato è un museo all’avanguardia, che racconta le Alpi che stanno “dietro la cartolina”, cioè oltre quel fondale stereotipato che spesso allontana il pubblico dal mondo alpino, anziché stimolarlo e avvicinarlo.