Hervé Barmasse che l’anno scorso aveva interrotto l’ascensione del Cerro Piergiorgio, in Patagonia, quando era quasi a metà parete, per una frana che aveva colpito, per fortuna solo di striscio uno dei suoi compagni, non riusciva proprio a scordarsi la parete patagonica. Alla Grignetta d’oro aveva rilanciato l’idea agli amici dei Ragni di Lecco e in circa due mesi il progetto si è concretizzato, grazie al supporto finanziario della famiglia Rocca.
Sarà una doppia sfida patagonica: tre moschettieri lecchesi (Christian Brenna, Giovanni Ongaro e Matteo Bernasconi) con Barmasse – D’Artagnan sul Cerro Piergiorgio, ancora inviolato, e la coppia di “ragni” arrampicatori estremi del momento: Simone Pedeferri e Adriano Selva a tentare una via nuova sull’Aguja Mermoz nel gruppo del Fitz Roy. Del team del Piergiorgio fanno parte, con compiti di supporto, anche il valtellinese Dante Barlascina, il presidente dei Ragni Alberto Pirovano e Mariolino Conti, compagno di cordata di Casimiro Ferrari al Cerro Torre nel 1974 e allo stesso Piergiorgio nel 1995.
La nuova spedizione cercherà di completare la via iniziata proprio da Casimiro Ferrari, al centro della parete e a destra dell’itinerario tentato lo scorso anno.
La parete Nord Ovest del Cerro Piergiorgio, così chiamato da Padre de Agostini in ricordo di Piergiorgio Frassati, è un’ imponente muraglia granitica verticale di circa mille metri, che ha resistito a una ventina di tentativi di agguerrite cordate. "Nessun timore dopo la frana dello scorso anno?" chiedo a Barmasse, incontrato mentre sta scegliendo le piccozze per la spedizione. "Lo scorso anno il tempo era stato molto strano. Un anno così secco non lo avevano mai visto laggiù. Nell’attuale estate australe in due mesi ha fatto bello solo cinque giorni, ha nevicato molto e alla base della parete potremo scavarci una truna".
"Il Cerro Piergiorgio stava diventando quasi un’ossessione?" "Non proprio – mi risponde – ma continuavo ad averlo in testa e quando è arrivata questa occasione non me la sono lasciata sfuggire, anche perché so che è già nei progetti di altri. Sono già stato in spedizione con Brenna, Ongaro e Bernasconi e con loro l’accordo è ottimo. Sono disposto a stare anche due mesi in un buco scavato nella neve, pur di avere l’opportunità della salita, un po’ meno a fare la fatica dello scorso anno per i trasporti, ma per fortuna quest’anno dovremmo avere un po’ di aiuto".