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Cento anni fa precisi il trenino del Bernina compiva il primo tragitto attraverso le Alpi lungo la tratta St. Moritz-Tirano. Era giallo e non rosso come quello che in seguito è divenuto vieppiù famoso, fino ai giorni nostri in cui l’ardita ferrovia retica, insieme a quella dell’Albula, è entrata a far parte del patrimonio mondiale Unesco.

Lo stesso treno, con carrozze arredate in legno e un vagun panoramic scoperto, si è mosso pochi giorni fa da Pontresina alla volta dell’Alp Grüm con il suo carico di viaggiatori speciali, gli operatori dei media italo-svizzeri e le principali autorità della Ferrovia retica, vestite in elegantissimi costumi Belle Époque: frac, tuba e vaporosi abiti con pizzi per le signore.

C’erano, tra gli altri, il direttore delle RhB (Retische Bahn) Erwin Rutishauser e colui che è stato definito il fil rouge tra l’attitudine già germanica della Svizzera alto-grigionese e lo spirito latino della parte italiana, il vicepresidente Silvio Briccola.
Dopo un breve discorso di benvenuto a Pontresina, ecco iniziare il viaggio verso il Passo Bernina, passando su ponti gettati attraverso spumeggianti torrenti, vedute su verdi pascoli macchiati di rododendro, ghiacciai e vette. Dalla carrozza panoramica i viaggiatori in abiti d’epoca salutano tutti i variegati ospiti della valle che dolcemente sale: biker e trekker, automobilisti e pastori, turisti seduti sotto le verande delle gasthaus e passeggeri dei treni in discesa, buona parte dei quali con gli occhi a mandorla.

Al Bernina prima sosta per i discorsi ufficiali più importanti di giornata: ancora Rutiscahuser, indi Briccola e il macchinista, oggi in congedo, dal quale è partita l’idea dell’inserimento delle RhB nel patrimonio mondiale Unesco.
“Questa linea ferroviaria è un’opera di alta ingegneria e a suo modo eroica, progettata oltre cent’anni fa da tecnici di altissimo livello e realizzata da 2500 operai – molti gli italiani – che ha richiesto purtroppo anche il suo contributo di sangue: sei operai sono morti nella costruzione e ben sedici durante un secolo d’esercizio”, è stato detto.
All’Alp Grüm fine del viaggio e, al cospetto del ghiacciaio Palù, sosta appetitosa all’aperto, proprio a lato dei binari, dove arrivano e partono silenziosissimi vecchi e nuovi “trenini” rossi. Splendenti e rinnovati nella linea i nuovi nati, dedicati ai campioni dello sport elvetico Carlo Janka e Dario Cologna.

Il convivio è l’occasione per la consegna a Silvio Briccola, da parte del direttore del Consorzio Turistico “Valtellina Terziere Superiore”, Pierluigi Negri, di un gradito riconoscimento. A margine alcune considerazioni di Negri medesimo: “Anche grazie al trenino rosso e ad una serie di eventi che abbiamo attuato, l’inizio di stagione turistica per il comprensorio tiranese è partito bene, con ottime presenze in occasione di Giro d’Italia, Granfondo Pantani, incontro nazionale CSI. Le nostre manifestazioni proseguiranno anche in luglio, con il clou nel weekend 24-25, che prevede, solo ad Aprica, il conferimento della cittadinanza onoraria ad Angelo Zomegnan di RCS, la sagra “I tép d’ìna ólta” e la terza edizione di “Musica nelle Orobie”, il concerto di un’orchestra composta da 50 elementi ai 2000 metri dell’Alpe Magnolta.”

Il progetto Interreg per collegare Zurigo ai laghi lombardi via Tirano-Edolo
Tra i viaggiatori eccellenti del treno celebrativo c’era anche l’ex direttore delle ferrovie svizzere, Walter Finkbohner, oggi consulente promotore di “Dai Monti ai Laghi”, una complessa operazione di avvicinamento via treno e bus fra Zurigo e il sud delle Alpi, fra la montagna svizzera e i laghi italiani. Tirano è destinata ad essere il centro nevralgico di tale operazione di mobilità internazionale, che coinvolge sia la Valtellina, sia la Valcamonica. Quest’ultima, per il momento attraverso un potenziamento e una miglior integrazione dei collegamenti via autobus; in futuro con l’auspicato traforo ferroviario del Mortirolo. O, chissà, attraverso il tanto sognato collegamento ferroviario Édolo-Tirano via Aprica.
“Dai Monti ai Laghi” disegna un itinerario turistico che, partendo dalla città del dadaismo, arriva a Iseo, a Brescia e sul Garda. Ne sono sponsor la Regione Lombardia e il Canton Grigioni, le province di Sondrio e Brescia, le Ferrovie Nord e le Ferrovie Federali Svizzere, le RhB, Autotrasporti Perego e Autotrasporti Gelmi. Il progetto intende assecondare la grande attrattiva che il bacino turistico dell’Europa centrale avverte verso i grandi laghi italiani.
I primi frutti concreti di tale iniziativa sono le nuove corse dirette Édolo-Tirano e viceversa dell’Autotrasporti Gelmi, con coincidenze coi treni delle Ferrovie Nord bresciane.

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