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Questa preziosa opera editoriale ripropone all’attenzione dei lettori la storia di una ferrovia dismessa, binari che potevano diventare una vera metropolitana tra le Alpi e il mare, come recita appunto il titolo del libro: “Il metrò ai piedi delle Alpi” (Edizioni Grandapress, Cuneo), ma che sono stati inopinatamente cancellati dalla carta geografica.

L’autore è Claudio Campana, avvocato, attuale sindaco di Robilante, che ha vissuto – essendo figlio di ferroviere – parte della sua vita lungo quegli antichi binari, al casello di Vigone.

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L’affresco di Campana muove dagli albori del treno nel Regno di Sardegna, per focalizzare il quadro politico, economico e sociale in cui prese forma la linea in questione e analogamente tutta la rete piemontese. Rifioriscono dalla polvere del passato anche le alterne vicende di altre linee chiuse per sempre: Moretta-Cavallermaggiore, Bricherasio-Barge, Busca-Dronero, Cuneo Gesso-Borgo San Dalmazzo, Bra-Ceva, Mondovì-Bastia.
   
“Questa linea – scrive Campana nella presentazione dell’opera – fu concepita quale ferrovia pedemontana, ossia finalizzata a collegare strategicamente e commercialmente gli sbocchi delle numerose ed importanti valli alpine occidentali con Torino (verso Nord) e il mare (verso Sud), facilitando gli scambi dell’industrializzato Pinerolese e della fertile pianura di Saluzzo con Cuneo, Savona e Nizza”. Non solo. Si ipotizzò di ampliare il progetto alla Valle di Susa, al fine di utilizzare l’Airasca-Saluzzo-Cuneo come nuovo asse della linea subalpina internazionale fra Ginevra e la Costa Azzurra.

Sogni di gloria malinconicamente sepolti da un ben diverso corso storico, che ha gradualmente ridimensionato “il metrò ai piedi delle Alpi” fino al taglio della linea negli anni 80, inserita tra i “rami secchi” e dunque da sopprimere nell’ambito della politica di riduzione della spesa pubblica.

Ma l’evoluzione del concetto di trasporto, in questi anni di deflagrazione del traffico su strada, presenta scenari inaspettati. “Per andare avanti – sottolinea Daniele Borioli, assessore ai Trasporti della Regione Piemonte nella prefazione – occorre (anche) saper guardare indietro, riscoprire il patrimonio ferroviario che in Piemonte conta circa 2.000 chilometri di linee e consente di raggiungere angoli di territorio remoti. Si tratta di un patrimonio importante che potrebbe rappresentare, debitamente valorizzato ed attentamente amministrato, una risposta adeguata alle moderne necessità di trasporto, oltre che costituire un’opportunità di sviluppo turistico del territorio”.

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InfoLibro
Claudio Campana,
Il metrò ai piedi delle Alpi, Pagine 128, Edizioni Grandapress (Cuneo)
In vendita nelle migliori librerie al prezzo di lancio di 27 euro.

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