Tramontato definitivamente il progetto autostradale di collegare Venezia con Monaco passando da Cortina, miracolosamente il progetto di collegare la Mestre-Belluno con la Udine-Tarvisio ha messo tutti d’accordo: le Regioni e il Governo centrale, il centrodestra veneto del governatore Giancarlo Galan e il centrosinistra friulan-giuliano di Riccardo Illy. A Gorizia i due presidenti di Regione hanno firmato infatti l’annunciato protocollo d’intesa che li impegna, insieme al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi e al presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi, a esplorare la fattibilità di un progetto che avrebbe lo scopo di far uscire il Cadore e la Carnia dall’isolamento geografico e dalle strade insufficienti. Regista dell’operazione è Bortolo Mainardi, nominato solo pochi mesi fa commissario del governo per le opere strategiche del Nord Est. È stato lui a introdurre l’argomento; sarà lui a coordinare lo studio di fattibilità che in capo a pochi mesi dovrebbe dire definitivamente se l’opera ha una qualche possibilità di essere realizzata.
“Il protocollo in sintesi dice: questa del collegamento tra l’A27 e l’A23 è un’idea forte. Dunque, verifichiamola con uno studio preliminare, che sarà coordinato dal commissario – ha avuto modo di spiegare Mainardi -; bisognerà indagare qual è il tipo di strada compatibile con l’ambiente, se una superstrada o un’autostrada . Si potrà farlo solo quando avremo tutti i dati in manoâ€. Mainardi assicura che lo studio sarà veloce (“richiederà pochi mesiâ€) e insieme approfondito: “Andremo a verificare come sono stati progettati i collegamenti in Austria, in Svizzera e negli ambienti più delicati del mondo, per copiare le soluzioni più avanzate. Questa sarà la strada delle Dolomiti, che richiedono il nostro massimo rispettoâ€.
Ma mentre i vertici esprimono la propria soddisfazione, i sindaci si dividono tra favorevoli (Lorenzago) e critici: per Granzotto (Pieve) è solo un’operazione elettorale; per Svaluto Ferro (Perarolo) è vergognoso che i primi cittadini non siano stati consultati. Anche i primi commenti delle associazioni e dei comitati cittadini sono discordanti: si riconosce che l’autostrada risolverebbe alcuni ingorghi “storici”, ma emerge il timore di un’opera rischiosa per l’ambiente e il paesaggio cadorino.
Secondo Mainardi, l’opera è sì complessa, ma non irrealizzabile: in fondo, secondo il commissario, da Tai di Cadore alla Carnia ci sono solo un’ottantina di chilometri che, se gli intoppi burocratici saranno ridotti al minimo, potrebbero essere asfaltati già entro il 2010. Di costi Mainardi non parla. Tutto dipende dalla soluzione progettuale (strada o autostrada?), dalla lunghezza dei tunnel, dal tracciato. Certo, secondo Mainardi è doveroso essere ottimisti: “Si sa che le distanze fisiche creano distanze economiche. Ebbene: questa è l’ultima chance di accorciarle per il bellunese e per la Carnia. Oggi da Venezia a Monaco via Innsbruck sono 500 chilometri, da Tarvisio oggi sono 50 chilometri in meno, ma ci si impiega di più, perché la strada è meno scorrevole. Con la nuova bretella i chilometri in meno diventerebbero cento e anche i tempi diminuirebbero. Dunque, l’arteria darebbe una mano all’economia turistica della zona che, Cortina a parte, è in catalessiâ€.