Ci vorrebbe un libro per raccontare quanto accade ogni anno in occasione del Trento Film Festival. La rassegna trentina, giunta quest'anno alla 58a edizione, è la più antica e importante del mondo e da alcuni anni a questa parte, oltre al tradizionale focus sulle migliori produzioni della cinematografia di montagna, viaggio, esplorazione e avventura, ha allargato il proprio sguardo, rivolgendolo ai numerosi temi che connotano le dinamiche sociali, economiche, culturali e ambientali della vita sulle terre alte, e non solo.
Una grande miscellanea che si esprime in un programma fitto, composto da eventi, incontri con autori e personaggi, proiezioni di film in concorso e non, convegni e premiazioni. Il Trento Film Festival riesce a trasmettere la ricchezza della dimensione montagna, comunicando in modo chiaro che c'è molto da scoprire e conoscere oltre all'alpinismo, oltre a quella dimensione verticale che rimane pur sempre, a ragion veduta, l'anima portante della manifestazione.
La città di Trento, nei giorni del festival, pare popolarsi di un pubblico capace di formare migliaia di micro cordate in perenne spostamento, di sala in sala, da un film a un evento, …. E così, da una conferenza-proiezione dedicata all'illustre maestro dell'alpinismo Gaston Rébuffat – a Trento è stato proiettato l'ultimo film di Gilles Chappaz che racconta la vita della guida alpina francese – in pochi minuti, con un semplice passaggio, si passa alla visione di un lungometraggio dedicato ad Antoine Menestrelle, artista francese che danzando in verticale su case e palazzi di mezza Europa ha trasformato l'arrampicata sportiva in una personale e alquanto affascinante arte comunicativa. La sera si torna al campo base per rifocillarsi con i piatti tipici dei rifugi trentini, parlando della giornata trascorsa sui monti del festival; e poi di via, pronti a salire nuovamente: nell'Auditorium Santa Chiara, guidati dall'alpinista austriaco Kurt Diemberger, tutto è ormai pronto per attaccare la vetta del Dhaulagiri.
Ma il Trento Film Festival continua ad essere, soprattutto, un concorso che di anno in anno vede decine di film, brevi e lunghi, contendersi l'ambita Genziana d'Oro. Andiamo quindi a dare un'occhiata a quanto è stato deciso per questa edizione 2010 dalla giuria internazionale, presieduta da Maurizio Zaccaro e composta da Alan Formanek (Slovacchia), René Vernadet (Francia) e Michele Radici (Italia).
I vincitori:
Il 58esimo Gran Premio Città di Trento incorona la giovane regista francese Marianne Chaud e il suo "Himalaya, le chemin du ciel" che conquista la Genziana d’Oro come miglior film in assoluto.
Obiettivo puntato sulle cime himalayane anche per il miglior film di esplorazione o avventura del TrentoFilmfestival: La Genziana d’Oro Premio Città di Bolzano va a "Birdman of Karakoram" del britannico Alun Hughes.
La Genziana d’Oro del Club Alpino Italiano al miglior film di montagna premia Alone on the Wall degli statunitensi Peter Mortimer and Nick Rosen. Mentre a Nanga Parbat, il film partito certamente come favorito per questa edizione, vanno il Premio Luciano Emmer istituito quest’anno in collaborazione con i giornalisti cinematografici e il Premio del Pubblico nella categoria lungometraggi.
Tutte le genziane del Trento Film Festival 2010.
Alcuni numeri del Festival 2010:
– una media di 1.100 ingressi giornalieri al cinema;
– 108 film protagonisti di questa edizione;
– + 40% di presenze alle serate-evento;
– + 30% nella vendita dei libri a Montagna Libri;
– 159 proiezioni nelle tre sale del cinema Modena;
– 36.282 le registrate dal sito web dal 1° aprile al 7 maggio.