La transumanza in val Senales è un’antichissima tradizione che ogni anno si rinnova, quando sulle malghe dell’arco alpino si è disciolta la neve. Migliaia di pecore attraversano il Giogo Tasca, il Giogo Alto e il Giogo Basso, partendo dalla val Venosta e da Senales alla volta dei pascoli austriaci dell’Otztal, ancora di proprietà dei contadini di Senales. A metà giugno, inizia per le pecore la lunga marcia che le vede per tre giorni percorrere circa 45 km, con un dislivello complessivo di 5000 metri. Le pecore , insieme ai loro pastori e ai cani, ripercorrono le tracce dei primi esploratori della valle.
Inizia il lungo viaggio
La grande migrazione inizia da Lasa (m868), lungo il percorso si aggiungono le pecore del Montesole di Corces e di Silandro; dopo una prima tappa alla malga di Corces (m1987), le pecore riprendono il cammino transitando vicino al lago di Corces e al laghetto Nero. Giunti al Giogo Tasca, (m2772) i gruppi si dividono, quelli diretti nel Rofental imboccano il Giogo Occidentale e discendono verso Maso Corto (m 2011), mentre quelli diretti nel Niedertal passano per il Giogo Orientale e raggiungano Vernago (m1711). A Maso Corto e Vernago, dove si uniscono a gruppi provenienti da altre località, le pecore, all’interno dei recinti, formano un miscuglio di colori, perché ogni esemplare ha dei segni di riconoscimento. Con grande abilità i pastori scelgono e separano gli animali; le pecore più robuste e più esperte vengono individuate e isolate: sono loro a guidare il gruppo, a spingere con l’esempio le compagne recalcitranti. Infatti,durante la transumanza, ogni esitazione può essere fatale per animali e pastori; sono molte le storie che raccontano di tragedie legate a questa attività.
Il duro cammino attraverso i passi
E’ il momento della partenza che rende questo evento unico e spettacolare senza privarlo del profondo significato umano: la fatica, il dolore, l’imprevisto e a volte anche la morte sono compagni di viaggio di chiunque intraprenda queste imprese, uomini o animali. Alle prime luci dell’alba, tutto è pronto per iniziare l’ultima giornata di fatica, bisogna attraversare il Giogo Alto (m2842) e il Giogo Basso (m3019). Da Maso Corto, come da Vernago, i pastori si preparano a partire; il gregge viene diviso in gruppi, il primo ha il compito di verificare che il percorso sia agibile, mentre l’ultimo è composto dalle femmine gravide, dai capi più vecchi e dagli ultimi nati. In quota la neve è abbondante, le pecore si arrestano, bisogna tirarle e prendere in braccio gli agnelli fino a quando la pista non è tracciata .
Giunti ai rifugi Bellavista e Similaun, il peggio è passato; da qui, in poche ore, dopo avere attraversato i ghiacciai, le pecore giungono ai pascoli austriaci dell’Otzal, dove rimarranno per circa tre mesi. Riprenderanno la strada del ritorno a metà Settembre, prima che la neve renda impraticabile il cammino.
Un viaggio anche spirituale
L’evento della transumanza può essere osservato dal punto di vista antropologico per quanto riguarda lo studio delle antiche popolazioni di queste valli e dal punto di vista etologico per quanto riguarda il comportamento relazionale degli animali e dei loro pastori durante l’esodo.
In questa circostanza i pastori garantiscono una relazione di cura e protezione con il loro bestiame a dir poco esemplare. Osservata da un angolazione più spirituale questa lunga processione di pecore appare come l’accorato rosario di una lunga veglia.