“Chi si fosse avventurato negli anni sessanta e settanta, sopra i duemila metri dell’arco alpino, avrebbe probabilmente finito con l’imbattersi in un uomo slanciato e ossuto, intento a fotografare e descrivere minuziosamente le diverse migliaia di fiori che sbocciano a quelle quote…” così inizia il libro di Valeria del Gamba “Il ragazzo di via Panisperna”.
L’uomo slanciato e ossuto era Franco Rasetti, uno dei più insigni fisici nucleari degli anni Trenta, amico e collaboratore di Enrico Fermi. Rasetti, dopo l’attività di ricerca presso l’Istituto di via Panisperna, insegnò e studiò all’estero, in Canada e negli Stati Uniti, per poi abbandonare la fisica nucleare a causa delle implicazioni belliche.
Il volume, oltre a ricostruire l’attività di Rasetti nel campo della fisica, contribuisce a far conoscere l’ambiente alpinistico e la passione per la montagna del gruppo di giovani studiosi che ruotava intorno ad Enrico Fermi. Ne aveva già delineato un sintetico ritratto Gianni Battimelli ne “Gli alpinisti di via Panisperna”, appendice al volume di Mario Salvatori “Addio alle crode”, edito dalla CDA & Vivalda nel 2004.
La biografia di Valeria del Gamba approfondisce il rapporto di Rasetti con la montagna: da giovane naturalista e collezionista di insetti e minerali, in età matura paleontologo e botanico di fama internazionale. Franco Rasetti, di cui la stessa Del Gamba ricorda il ritratto delineato da Natalia Ginzburg nelle pagine di “Lessico famigliare”, era nipote di Gino Galeotti, insigne patologo, studioso della fisiopatologia dell’alta quota sia alla Capanna Regina Margherita, sia all’Istituto Mosso al Col d’Olen, tra Gressoney e Alagna. Proprio al Col d’Olen seguiva spesso lo zio, da cui aveva ereditato oltre alle capacità speculative, anche la passione per la montagna e per lo sci. Strinse amicizia con il coetaneo Gino Martinoli, fratello della Ginzburg: con lui effettuò svariate ascensioni sulle Alpi e concluse la carriera alpinistica nel 1964 con la salita del Nadelhorn.
Nella lista delle sue ascensioni giovanili figurano l’Aiguille de Rochefort, l’ascensione in giornata alla Punta Gnifetti per la Cresta Signal, la traversata dei Lyskamm, i Dents des Bouquetins e la Dent d’Hérens, la traversata del Cervino, e svariate salite in Dolomiti. In America effettuò la prima invernale del Mount Whytney, e visitò svariate volte le Canadian Rockies. Successivamente tornò ad interessarsi di fossili e di botanica. Su suggerimento del vecchio amico di via Panisperna, il fisico Edoardo Amaldi, si dedicò alla redazione di un libro sistematico sulla flora alpina. Nel 1980 pubblicò “I fiori della Alpi”, con una ricca documentazione fotografica, destinato a diventare un breviario per gli amanti della materia.