Ciclismo, corsa e sci di fondo; Tour de France, Tour de Ski e maratona di New York e Marcialonga. Ä– stato questo il tema del confronto che ha animato il pomeriggio milanese in occasione della consueta conferenza di presentazione delle due tappe conclusive del Tour de Ski (in Val di Fiemme il 3 e 4 gennaio prossimi) e della Marcialonga di Fiemme e Fassa, regina delle granfondo italiane dall’alto dei suoi 36 anni (il prossimo 25 gennaio).
Un confronto fra tre differenti sfere dello sport (accomunate da una certa propensione al sacrificio e alla sofferenza) al quale hanno partecipato alcuni dei massimi esponenti dei tre sport chiamati in causa, ovvero l’ex professionista del ciclismo ed ora commentatore tecnico della Rai Davide Cassani, l’allenatore della squadra A azzurra maschile di sci di fondo Marco Selle, l’ex fondista e vincitrice di una Marcialonga (nel 2004, anno in cui la granfondo assegnava punti di Coppa del Mondo) Gabriella Paruzzi, e il due volte vincitore della maratona di New York Orlando Pizzolato. Tutti seduti attorno a un tavolo e coordinati dalla sapiente voce di Ivana Vaccari, giornalista sportiva Rai con grande esperienza nello sci ed ora caporedattore di Rai Sport.
Un entusiasmante “talk show”, che ha tolto i veli alla Marcialonga numero 36, la quale ha già raggiunto e superato quota 5000 iscritti (5003 per la precisione), ormai vicina ai 175.000 concorrenti totali nei 36 anni di storia. Ancora 1000 i pettorali a disposizione, per una crescita del 30%. “Tengo a ricordare poi – ha rimarcato patron Alfredo Weiss – la valenza dell’evento sportivo in termini di “bilancio sociale”, favorevole allo sviluppo del territorio delle due vallate trentine, alle quali porta un ricavo diretto pari a 4 milioni di Euro (queste le stime di uno studio condotto dall’Università di Trento) e un notevole contributo promozionale”.
Ecco allora la marcialonghista Gabriella Paruzzi, al successo nel 2004, che parla di “esperienza di vita”. “Non ho mai visto tanta gente lungo una pista da sci – ha raccontato ripassando la propria esperienza -. Ti senti letteralmente spinto dal pubblico. Nel 2004 ho vinto la Marcialonga, gara che mi ha lanciato verso la conquista della Coppa del Mondo. Per questo, forse la vittoria più importante della mia intera carriera”.
Poi il confronto con la maratona podistica e con Pizzolato, che parla di “stesso impegno a livello fisiologico”. “Nel fondo – ha poi aggiunto Pizzolato – ci sono però i vantaggi dello scivolamento, che permette di rifiatare, mentre nella corsa c’è un certo sforzo muscolare anche nei tratti di discesa. La corsa è più lineare e più impegnativa per le gambe e molti maratoneti, a differenza dei fondisti, trascurano il lavoro muscolare per quanto riguarda la parte alta del corpo, invece fondamentale nello sci”.
La Marcialonga dà appuntamento quindi per il 25 gennaio, preceduta dall’appuntamento col Tour de Ski, la rassegna a tappe dello sci di fondo. Un Tour de Ski che tornerà in Val di Fiemme e le cui due tappe conclusive sono già state confermate nella località trentina fino al 2013, anno in cui proprio Fiemme sarà chiamata ad ospitare il terzo campionato del mondo di sci nordico della propria storia.
Il Tour prenderà il via dalla tedesca Oberhof il 27 dicembre prossimo e si concluderà proprio in Val di Fiemme dove ci sarà una gara distance in tecnica classica seguita dalla prima discussa ed ora osannata “final climb” dell’Alpe del Cermis, evento che lo scorso gennaio tenne incollati ai televisori ben 103 milioni di telespettatori, record assoluto tra le gare inserite nel calendario di Coppa del Mondo.
Tour de France e Tour de Ski a confronto, dunque. “Ci sono molte gare in pochi giorni in entrambe le rassegne a tappe – ha commentato Davide Cassani -, ma nel Tour de France, a differenza del Tour de Ski, gli uomini di classifica possono riposare in occasione delle tappe di pianura, rimanendo tranquillamente a ruota. Le sette tappe in nove giorni del Tour de Ski, invece, non lasciano un attimo di respiro. Sarebbe come affrontare sette tappe pirenaiche una dietro l’altra”.
Più tosto il Tour de Ski? “In un certo senso sì – ha aggiunto Selle -, in quanto nel fondo lo stare in scia non dà certo i benefici che si possono avere nel ciclismo. Stare a “ruota” aiuta solo a livello di morale e di stimolo, ma in queste gare bisogna spingere sempre. Fondamentale, a quel punto, è ottimizzare i tempi di recupero, che nel nostro sport si devono fare a bordo di pullmini e non in bici, per un continuo caricare e scaricare i materiali”.
Presente alla conferenza anche il presidente della FISI Giovanni Morzenti. “Voglio ringraziare la Val di Fiemme per l’impegno dimostrato – ha detto Morzenti – e per l’attenzione che Fiemme e il Trentino sono riusciti a riportare nei confronti dello sci nordico. Dopo Vancouver 2010 avremo un salto generazionale non da poco, un vuoto in termini di atleti che deve essere colmato. In questo senso, dovremo cercare di sfruttare al meglio l’opportunità concessaci proprio da Marcialonga e Tour de Ski, al fine di invogliare i giovani a riscoprire il piacere e la bellezza di uno sport come lo sci di fondo”.