Sono numerosi gli alpinisti e gli escursionisti che in alta quota sono disturbati dalla tosse: secondo uno studio su 283 trekkers al campo base dell’Everest, ne era affetto ben il 42%. Aneddoticamente si sa che la tosse può essere così violenta e insistente da causare fratture costali.
Un tempo si pensava fosse causata dall’inspirazione di aria fredda e secca, tipica dell’ambiente dell’alta quota, ma esperimenti condotti su volontari chiusi in camera ipobarica, in cui veniva simulata l’alta quota, mantenendo temperatura e umidità dell’aria come al livello del mare, hanno messo fortemente in dubbio questa ipotesi.
Due ricercatori anglosassoni che da tempo studiano il problema, Nicolas Mason e Peter Barry, hanno rivisto la letteratura sull’argomento e i risultati della loro analisi sono in corso di pubblicazione su “Pulmonary Pharmacology & Therapeutics”.
Secondo i due studiosi ci sarebbero in realtà due tipi di tosse da alta quota. Il primo si può presentare a quote relativamente basse (ma al di sopra dei tremila metri), è associato all’esercizio intenso e non scompare con la discesa a bassa quota. L’esercizio, analogamente all’ipossia da alta quota e in associazione con essa, aumenta la ventilazione/minuto che a sua volta determina una perdita di liquidi a livello delle vie respiratorie. Questa perdita di liquidi sarebbe in causa nel provocare la tosse. Alterazioni della mucosa delle vie aeree, eventualmente complicate da infezioni (anche a livello nasale o dei seni paranasali) potrebbero concorrere a produrre la tosse.
Il secondo tipo di tosse è quello che affligge chi si reca a quote superiori a 5 – 6mila metri e che si attenua con la discesa a bassa quota. Non dipende dall’inspirazione di aria fredda e secca e potrebbe essere associato a una forma sub-clinica di edema polmonare da alta quota o a cambiamenti nei meccanismi di controllo della tosse a livello del sistema nervoso centrale.
Nel corso degli anni sono state tentate numerose terapie la cui efficacia non è stata provata. Caramelle balsamiche, maschere facciali per riscaldare e umidificare l’aria, corticosteroidi e β2 stimolanti per via inalatoria, antistaminici, codeina: nessun farmaco si è dimostrato risolutivo. Solo quando la natura e le cause della tosse da alta quota saranno state interamente comprese, concludono Barry e Mason, si potrà stabilire una terapia appropriata e realmente efficace.