Una mostra a Courmayeur per ricordare Toni Gobbi a cinquant’anni dalla scomparsa, fino a maggio 2020 dal titolo “Toni Gobbi –  da Avvocato a Guida Alpina “. Di lui si ricorda l’attività di alpinista, scialpinista e “imprenditoreâ€, le spinte innovative alla professione di guida alpina e la lungimiranza con cui ha reinventato un mestiere.
Toni Gobbi era nato a Pavia, uno dei luoghi più piatti d’Italia, il 18 giugno del 1914, si era laureato in Legge a Padova e aveva cominciato a lavorare nello studio paterno a Vicenza.
Da studente i primi approcci all’alpinismo dolomitico e allo sci con la sezione vicentina della Giovane Montagna, poi gli eventi bellici lo portarono dal 1939 al 1943 alla Scuola Militare Alpina di Aosta come ufficiale istruttore di alpinismo. L’8 settembre del 1943 rimase a Courmayeur, conquistato non solo dalla montagna, ma anche dalla bellissima Romilda Bertholier, figlia dei gestori del rifugio Pavillon du Mont-Fréty, che sposò il 18 ottobre del 1943. Dal matrimonio nacquero Gioachino nel 1945 e Barbara nel 1949.
Lasciata definitivamente la toga, Toni Gobbi divenne portatore nel 1943 e guida alpina nel 1946, maestro di sci nel 1948 e nello stesso anno Istruttore nazionale di alpinismo.  Poco alla volta lui cittadino si fece accettare dai montanari, comportandosi «come un ospite in casa altrui», come scriveva in una lettera a un amico, «saranno i padroni di casa, ad un certo momento, a considerarti uno di loro, se avrai dimostrato che veramente vali, che hai il giusto rispetto per le tradizioni e la giusta passione per la montagna».
Nel 1948 aprì a Courmayeur un negozio di articoli sportivi per alpinisti e sciatori e la Libreria delle Alpi.Il suo amore per “le belle lettere†lo portò a impegnarsi come giornalista e nel1950 vinse il Premio Saint Vincent di giornalismo. Il negozio diventò presto punto di riferimento per gli alpinisti locali e d’oltralpe. Le perle dell’attività alpinistica furono tre salite invernali, la cresta sud dell’Aiguille Noire nel 1949, la cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses nel 1948, la via Major sulla parete della Brenva nel 1953 e nel 1957 la prima salita del Grand Pillier d’Angle al Monte Bianco con Walter Bonatti.
Fu chiamato anche a partecipare a importanti spedizioni extra europee: nel 1957 quale membro dirigente nella Spedizione Italiana alle Ande Patagoniche salì in prima assoluta il Paine Principal con Jean Bich e Camillo Pellissier. Nel 1958 fu vicecapo della spedizione nazionale del CAI al Gasherbrum IV in Karakorum insieme a Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Carlo Mauri e Fosco Maraini.
Ebbe importanti riconoscimenti internazionali e fu accolto da molti sodalizi alpinistici, tra i quali il Groupe de Haute Montagne, noto come GHM, e il britannico Alpine Club.
Fu presidente del Comitato Valdostano Guide dal 1957 al 1966, poi Presidente Nazionale del Consorzio nazionale Guide e Portatori del CAI e infine vicepresidente dell’UIAGM (Unione internazionale associazioni guide di montagna), nata nel 1965, della cui fondazione fu attivo fautore.
E’ annoverato tra i grandi dello scialpinismo di alta montagna, che diffuse con le sue “settimane di scialpinismo†tra un vasto numero di appassionati, allungando di fatto di tre mesi l’attività professionale delle guide alpine.
Tra il 1951 e il 1970 realizzò 106 settimane di scialpinismo ossia 742 giornate con 570 clienti: circa settecentomila metri di dislivello in salita e in discesa in sci fuori da ogni pista battuta, in tutto circa ottomila chilometri! E non solo sulle Alpi: portò i clienti anche in spedizioni extraeuropee, nel 1966 in Caucaso e nel 1967 in Groenlandia.
Nel 1967 scrisse la parte relativa allo scialpinismo per “L’enciclopedia dello Sciatore†della Fratelli Fabbri Editori.
Il 1970 avrebbe dovuto essere l’anno della spedizione al Demavand, la montagna più alta del Medio Oriente di 5671 metri, quando fu travolto da una slavina ai piedi del Sasso Piatto il 18 marzo 1970.
«Gobbi è stato un precursore, era avanti anni luce e la verità è che oggi purtroppo non c’è nessuno bravo come lui» ha affermato Lorenzino Cosson guida storica della Società delle Guide di Courmayeur e stretto collaboratore di Toni durante le settimane di scialpinismo.
La mostra, curata dal figlio di Toni, Gioachino, rimarrà aperta fino a domenica 3 maggio 2020 ed è visitabile tutti i giorni, dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 18.