Simone Moro e Denis Urubko, alpinisti di fama internazionale e membri del The North Face Global Team, hanno deciso di rinunciare alla prima ascesa in invernale del Nanga Parbat, la montagna di 8.125m in Himalaya, Pakistan. Lo si apprende da un comunicato diffuso dall'azienda.
Simone e Denis hanno ricevuto da Karl Gabl, metereologo che li stava supportando nel corso di questa spedizione, la previsione di fortissime nevicate destinate a protrarsi per la prossima settimana. Per questa ragione, i due atleti hanno dovuto prendere la decisione, molto sofferta, di interrompere la spedizione e tornare a casa. Questo però non sarà possibile nell’immediato: trovandosi nel cuore della tempesta, Simone e Denis dovranno aspettare circa quattro giorni affinché i portatori possano raggiungerli. E’ prevista una finestra di tempo più clemente, della durata di due giorni, che dovrebbe consentire al team di compiere la discesa.
La spedizione aveva preso il via 51 giorni fa, il 26 dicembre 2011 e il team, grazie a un’eccellente preparazione fisica e mentale e approfittando delle buone condizioni meteo, aveva raggiunto il Campo Base (4.200m) il 3 gennaio 2012.
Nel corso dell’ultimo mese, Simone e Denis avevano installato tre campi, fino a raggiungere 6.600m. Tuttavia, dal 27 gennaio, i due atleti sono rimasti bloccati al campo base a causa di intense e ininterrotte nevicate.
“Preparazione, allenamento, organizzazione logistica e tecnologia sono indispensabili in un progetto come quello del Nanga Pargat, come dimostrato anche nel caso della spedizione sul GII, portata a termine lo scorso anno. Tuttavia, alla fine, ciò che davvero determina l’esito di una spedizione come questa è il rapporto tra l’uomo e la montagna: se la natura non offre le condizioni perfette per poter raggiungere l’obbiettivo, ciò non deve essere considerato un fallimento ma solo un’esperienza che potrà servire come base per altri futuri progetti” commenta Simone Moro.
Denis Urubko aggiunge: “Bella montagna e avventura intensa, vissuta con dei veri amici. Grazie a Dio siamo ancora qui, pronti per nuove sfide”
Simone e Denis hanno dovuto accettare che l’inverno e la montagna questa volta hanno avuto la meglio sulla loro pazienza e la loro straordinaria forza di volontà e, come altre due spedizioni in corso nello stesso periodo – il team russo sul K2 e il team polacco sul Nanga Parbat – , hanno dovuto arrendersi alle rigidissime condizioni meteorologiche.
Moro, Urubko e il fotografo che li ha accompagnati, Matteo Zanga, ringraziano tutti coloro che li hanno supportati durante questa lunga attesa, i fan e gli sponsor che li hanno incoraggiati con i loro messaggi.
Nel corso dell’ultimo mese, Simone e Denis avevano installato tre campi, fino a raggiungere 6.600m. Tuttavia, dal 27 gennaio, i due atleti sono rimasti bloccati al campo base a causa di intense e ininterrotte nevicate.
“Preparazione, allenamento, organizzazione logistica e tecnologia sono indispensabili in un progetto come quello del Nanga Pargat, come dimostrato anche nel caso della spedizione sul GII, portata a termine lo scorso anno. Tuttavia, alla fine, ciò che davvero determina l’esito di una spedizione come questa è il rapporto tra l’uomo e la montagna: se la natura non offre le condizioni perfette per poter raggiungere l’obbiettivo, ciò non deve essere considerato un fallimento ma solo un’esperienza che potrà servire come base per altri futuri progetti” commenta Simone Moro.
Denis Urubko aggiunge: “Bella montagna e avventura intensa, vissuta con dei veri amici. Grazie a Dio siamo ancora qui, pronti per nuove sfide”
Simone e Denis hanno dovuto accettare che l’inverno e la montagna questa volta hanno avuto la meglio sulla loro pazienza e la loro straordinaria forza di volontà e, come altre due spedizioni in corso nello stesso periodo – il team russo sul K2 e il team polacco sul Nanga Parbat – , hanno dovuto arrendersi alle rigidissime condizioni meteorologiche.
Moro, Urubko e il fotografo che li ha accompagnati, Matteo Zanga, ringraziano tutti coloro che li hanno supportati durante questa lunga attesa, i fan e gli sponsor che li hanno incoraggiati con i loro messaggi.