La località di Silandro, in Val Venosta (BZ), nella giornata di lunedì 9 novembre ha sfiorato i + 24 °C, mentre per trovare lo zero termico, sulle Alpi, occorreva salire sino a quote superiori ai 4000 metri, come in piena estate, durante le più intense ondate di caldo.
La fase climatica che stiamo attraversando ha connotati di eccezionalità, perchè registrare 27 gradi ad Aosta, nel corso del mese di novembre, è di fatto un evento di portata storica. In Valle d’Aosta, a 1500 metri, in molte località il mercurio è salito oltre i 20 gradi.
Gli esperti di meteorologia segnalano che in questo periodo di stanno verificando numerosi eventi eccezionali. A partire dal fenomeno Super Niño – termine con cui si identifica l’anomalo surriscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico centrale – mai così forte negli ultimi 80 anni. Ad esso va associata la presenza di una potente cupola di alta pressione alimentata da aria africana e sub tropicale; tale area altopressoria sta letteralmente attanagliando la parte centrale del continente europeo, e con essa le montagne dell’arco alpino.
Sankt Moritz, Engadina, 8 novembre 2015: + 15°C
Davanti a un tale sconvolgimento dei canoni stagionali, non si può non essere preoccupati e chiedersi: cosa accadrà nel corso delle prossime settimane e mesi? I modelli previsionali a lungo termine, connotati da un elevato livello di incertezza, indicano un protrarsi dell’anticiclone almeno fino al 20 novembre, ma con temperature in progressiva diminuzione, più consone alle medie del periodo. In montagna, soprattutto nelle ore notturne, a partire da lunedì 16 novembre, si dovrebbe tornare sotto lo zero.
Il mese di novembre sulle Alpi si chiuderà con un forte deficit precipitativo, con conseguenze negative per le riserve idriche e per lo stato di salute dei ghiacciai, già logorati dall’estate 2015, la più calda di sempre con quella del 2003. Ricordiamo che la superficie dei ghiacciai alpini ha segnato un – 40% in poco più di 50 anni: dai 519 km quadrati del 1962 siamo passati agli attuali 368 km.
Nell’immediato, la speranza è che le temperature comincino a scendere prima della fine del mese, quantomeno per salvare l’inizio della stagione turistica invernale, atteso, come di consueto, per il 5 di dicembre, con il ponte di St. Ambrogio. Ma il freddo e la neve, che prima o poi cadrà, non segneranno la fine del problema.
Per quanto concerne i cambiamenti climatici in atto e le misure da porre in essere per diminuire l’impatto delle attività antropiche sul clima, al fine di contenere il surriscaldamento globale, la parola passa ora a esperti, governanti e politici. Si incontreraranno a Parigi, dal 30 novembre all’11 dicembre, in occasione della Confereza sul Clima (COP21). I loro obiettivi sono molto ambiziosi, perchè per contenere il riscaldamento del pianeta entro i 2°C (soglia ritenuta sopportabile dalla nostra civiltà) servirà trovare un accordo che impegni tutti i Paesi industrializzati ad abbattere drasticamente le emissioni di gas serra entro il 2030… anche se la Iea, International Energy Agency (agenzia che si occupa di energia, per conto dell’Ocse) sostiene che l’obiettivo debba essere anticipato al 2020.
Alcuni sostengono che il clima della terra stia cambiando in modo naturale, seguendo cicli già verificatisi nel passato. Altri, suffragati da ricerche e dati scientifici pluriennali, sostengono che l’uomo abbia accelerato tali mutamenti, rendendoli insostenibli. Di fatto, lo dicono le statistiche – ma lo possiamo percepire direttamente anche noi, nella nostra quotidianità, senza essere degli scienziati – il cambiamento è in atto e a noi umani tocca il compito di contenerlo, convertendo, in modo sostenibile, il nostro sviluppo.
Una buona notizia. La diffusione delle energie rinnovabili comincia a dare i primi effetti positivi, basti pensare che nell’anno 2014 l’economia mondiale è cresciuta del 3 per cento, mentre le emissioni di gas serra sono rimaste sui livelli dell’anno precedente. Questo significa che sviluppo sostenibile e crescita economica possono procedere di pari passo, rafforzandosi a vicenda.