L’organico degli istruttori di sci e alpinismo del Centro Addestramento Alpino si arricchisce di una presenza femminile. La valdostana Simona Hosquet, ventiquattrenne di Antey, nell’esercito dal 2002, è la prima istruttrice militare di sci e alpinismo.
Fondista, ha fatto parte per due anni della squadra nazionale juniores e proprio durante le gare ha ricevuto offerte da vari corpi militari per far parte delle rispettive sezioni agonistiche.
Alla fine ha optato per l’Esercito, anche per l’opportunità di rimanere in Valle d’Aosta. Ammessa nel Centro Sportivo Esercito, ha insistito per fare il corso base da istruttore di sci e alpinismo. In precedenza aveva arrampicato con il fratello Daniele e il cugino Jean Pierre Dauphin, "ma proprio solo due volte. Al Centro di Courmayeur mi sono innamorata della montagna e ho lasciato da parte le competizioni, continuando con i corsi, fino a raggiungere la qualifica di istruttore". È risultata prima assoluta nel primo corso e seconda nel terzo. Oltre alla qualifica è anche passata di grado, diventando primo caporal maggiore ed è in attesa di conferma per il servizio permanente.
Il suo superiore, maggiore Patrick Farcoz, responsabile della sezione scialpinistica del Centro Sportivo Esercito, a dimostrazione delle sue capacità, racconta di quando la scorsa estate è salita in vetta al Monte Bianco, a capo di quindici Alpieri dell’88ma Compagnia e di quando ha guidato in vetta al Cervino le sei cordate del reparto di paracommando dell’esercito belga, venuto in Valle per completare l’addestramento in alta montagna. "Nell’esercito ho imparato molto – continua Simona Hosquet – e mi sono fatta una buona esperienza, continuando poi ad andare in montagna anche nel tempo libero".
L’obiettivo adesso è quello di essere ammessa al prossimo corso da aspirante guida dell’Uniove Valdostana Guide di Alta Montagna. Nel frattempo continua ad arricchire il suo curriculum di salite, attratta soprattutto da goulottes, vie classiche e grandi pareti. Tra tutte le ascensioni effettuate ricorda con particolare piacere la via “Padre Pio prega per tutti” sulla Sud del Cervino.
"È stata la realizzazione di un sogno, perché il Cervino è la montagna di casa, per il nome della via, perché l’aveva aperta Patrick Gabarrou. Anni fa, quando ancora non arrampicavo, avevo letto la relazione su una rivista e ero rimasta molto colpita, ma non avrei mai pensato che un giorno sarei riuscita a scalarla". Si tratta in effetti di una via impegnativa, con passaggi fino al 6c, che ha visto finora poche ripetizioni. "L’Esercito mi ha offerto l’opportunità di realizzare certe mie aspirazioni. Il gruppo del Centro Sportivo è molto affiatato, ho sempre ricevuto incoraggiamenti da parte di superiori e istruttori e non ultimo il sostegno economico".
Interviene ancora il maggiore Farcoz: "A Corvara, la scorsa estate, durante la fase finale del corso di arrampicata, è avvenuta l’ultima “selezione” e l’investitura a istruttore degli istruttori. Al ritorno le sono stati affidati degli allievi, senza affiancarle un istruttore anziano". "Una responsabilità non da poco – conclude il primo caporal maggiore Hosquet – bisogna saper insegnare, pensare per gli allievi, operare in modo che non accadano incidenti, perché il programma addestrativo è come il contratto tra guida alpina e cliente".