Laghi “effimeri” sono chiamati quelli dei ghiacciai e anche il lago del Miage, nel ghiacciaio omonimo, in questi giorni ha dimostrato quanto in fretta si possano perdere 18 milioni di litri di acqua. Il fenomeno è stato rapido e per il bacino subito sotto il ghiacciaio si è completato in tre quattro giorni, probabilmente nella notte di sabato 30 agosto. Altri due invasi dei quattro che formano il lago, si sono progressivamente e notevolmente ridotti di livello.
Foto Fondazione Montagna Sicura
La situazione è sotto attento monitoraggio della Fondazione Montagna Sicura che ha eseguito i rilevamenti fotografici allegati. «Quando abbiamo avuto notizia dello svuotamento del lago abbiamo fotografato subito la nuova situazione. – ha dichiarato Jean Pierre Fosson, direttore di Fondazione Montagna sicura – I rilievi rientrano nell’attività che la Fondazione svolge periodicamente, anche con sorvoli con elicottero, su incarico della Regione Valle d’Aosta per il piano di monitoraggio dei rischi glaciali. Al momento non ci sono situazioni di pericolo, ma la situazione va monitorata ed è molto interessante».
Foto Fondazione Montagna Sicura
Ma la sparizione del lago non è sicuramente nuova, come racconta la geografa e glaciologa Vittoria Augusta Cerutti. «Ci sono stati molti episodi di svuotamento, alcuni dei quali vissuti di persona. – spiega Vittoria Augusta Cerutti – Una carta geografica del 1880 riporta due bacini collegati da un istmo di terra, segno che all’epoca il livello dell’acqua era più basso, mentre nel 1923 il professor Ardito Desio descrive il lago come unico e colmo al livello di sfioramento. Una relazione del Cnr del 1993 parla di dieci svuotamenti tra il 1930 e il 1990, ma secondo me sono stati di più. Personalmente ho assistito a quelli del 1950, 1957, 1962, 1975, 1984, 2000, 2004 e 2007, oltre a quello di questi giorni.». Si tratta quindi di un fenomeno ricorrente, alla cui base c’è probabilmente una diminuzione dell’alimentazione del lago da parte delle acque endoglaciali. «Questo accade per esempio quando le acque endoglaciali diminuiscono di portata o cambiano percorso per un loro aumento. – continua Vittoria Augusta Cerutti – Gli svuotamenti del lago del Miage sono correlati o a periodi molto freddi o di pioggia intensa che fa fondere il ghiaccio. La bomba d’acqua di due settimane fa ha dato luogo a un’emissione di acqua molto superiore a quella consueta, il torrente subglaciale di alimentazione, diventato impetuoso, ha cambiato percorso e tirando dritto ha saltato l’ansa che alimenta il lago glaciale.». Il lago del Miage si trova infatti dove la lingua valliva del ghiacciaio si piega a gomito per seguire l’asse della Val Veny. Gli svuotamenti ricorrenti del lago non sembrano neppure correlati all’espansione né alla contrazione del ghiacciaio: si sono verificati sia nel periodo di espansione, tra il 1960 e il 1985, sia prima che dopo quegli anni.
Foto Fondazione Montagna Sicura
«Un’altra curiosità è che lo svuotamento attuale ha evidenziato molto bene il “solco termico”, la linea che si forma in corrispondenza del livello normalmente raggiunto dall’acqua, e si è visto che la falesia di ghiaccio era emersa solo di un terzo e che è alta circa novanta metri, poco meno delle misurazioni effettuate con un’ecosonda a impulsi elettrici dall’ingegner Corrado Lesca alla fine degli anni Cinquanta. E sul fondo si vede ancora ghiaccio e non roccia, segno che lo spessore del ghiaccio è superiore ai novanta metri», conclude Vittoria Augusta Cerutti. Non addio dunque al lago del Miage, ma un semplice arrivederci a quando le acque subglaciali che lo alimentano avranno ritrovato il loro abituale percorso.
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