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Al termine di una carriera vissuta ad altissimi livelli, il transalpino Florent Perrier ha deciso di chiudere con l’agonismo stabilendo un record difficilmente battile. A pochi giorni dalla Pierra Menta 2011, nella sua Areches, il campione del Team Crazy International ha dato appuntamento ad amici e  fan sulla pista Grande Combe che pochi mesi prima aveva ospitato il  campionato di Francia vertical race. Partendo Planay – luogo assai noto ai “pierramentisti” -, ha più e più volte risalito gli impianti con sci e pelli di foca per poi ridiscendere   con la seggiovia. Qui ad assisterlo, massaggiarlo ed alimentarlo vi erano i ragazzi dello Sci Club di Areches Beaufort. Al termine di una giornata intensa a dir poco impegnativa, il campionissimo d’oltralpe ha fatto registrare il nuovo primato mondiale: 18.260 m di dislivello positivo percorsi in 24h di skialp.

Giusto il tempo di festeggiare e di riprendersi da quest’ultima fatica… ed eccoci qui ad intervistarlo per voi:

Florent, l'ultima Pierra Menta ti abbiamo visto correre con grinta e tanta voglia di fare bene… Ma sei proprio sicuro di smettere? «Ci tenevo a correre una grande Pierra Menta e sono contento del risultato che abbiamo ottenuto; un risultato ottenuto con un team solido combattivo ed in più sereno. La Pierra per noi di Areches è la gara di casa, una gara che si corre davanti al nostro pubblico… E’ quindi più facile riuscire a fare bene; è la testa che comanda tutto».
 
Cosa ti ha spinto a prendere questa scelta? «La mia decisione è stata presa e non ho ripensamenti di smettere di gareggiare. In carriera ho vinto molte corse ed inizio a perdere la motivazione per l'allenamento, senza parlare dello stress permanente per le gare che non è facile da gestire».

Nella tua Areches, hai chiuso in bellezza una brillante carriera agonistica stabilendo il nuovo primato di metri di dislivello positivi in 24 ore. Come ti sei preparato per una simile impresa e a chi dedichi quest'ultimo successo? «La sfida delle 24 ore l'ho preparata senza pormi domande, ho visto che durante la Pierra la forma era buona e mi sono impegnato a testa bassa in questa avventura senza veramente prendere coscienza delle difficoltà che avrei incontrato. Mi volevo ritrovare una volta davanti al mio pubblico, i miei amici e condividere qualcosa di forte. Il risultato finale, qualsiasi esso fosse, passava in secondo piano».
 
Torniamo a parlare di skialp… Dovessi stilare un bilancio quale è il tuo successo più bello e il tuo più grande rammarico? «Il mio più grande successo è senza dubbio il titolo di campione del mondo individuale del 24 febbraio 2008. Sulla linea d'arrivo ho vissuto uno dei migliori momenti della mia vita. Quello è stato il risultato di molti sacrifici e privazioni. La più grande delusione certamente la prima prova della Coppa del Mondo della stagione 2008/09 dove ho veramente capito che senza la testa non si può raggiungere alcun risultato».
 
Per Florent Perrier chi è lo scialpinista più forte attualmente? «Oggi il più forte è sicuramente Kilian Jornet, i risultato lo provano. Tuttavia, con distacchi così limitati, vi sono parecchi atleti che si possono considerare dei veri campioni».

Vivi in un paese dove lo skialp è praticamente più importante del calcio, dove si organizza la gara più bella di tutte e dove  il locale sci club ha sfornato atleti di valenza internazionale. Sei sicuro di riuscire a stare lontano dal mondo delle gare? «Adesso mi devo rassegnare ed accettare di essere meno performante. Non è facile, ma nella vita c'è un tempo per ogni cosa e lo dobbiamo accettare».
 
Un'ultima cosa… negli ultimi anni lo scialpinismo ha cercato di cambiare volto e di conseguenza sono cambiati pure gli atleti. Quale è il segreto per riuscire ad essere sempre competitivo?
«Difficile dirlo… All'inizio della carriera preferivo le vertical race, ma col tempo ed un allenamento specifico ho saputo migliorare in ogni condizione, anche se mi sono sempre trovato meglio sulle nevi compatte, in quanto potevo esprimere ed ottimizzare il mio lavoro di potenza. Dopo gli anni trascorsi nello scialpinismo ad alto livello, penso che la difficoltà più grande sia riuscire a trovare un equilibrio tra le ore di allenamento, il riposo  e la vita che gravita attorno al tuo mondo. Il tutto provando a trovare grandi  motivazioni o semplicemente la voglia di dare il massimo».

foto R.Selvatico

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