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“Roi Sébastien” è tornato sul trono del Tor des Glaciers e lo ha fatto a modo suo, demolendo letteralmente il suo stesso record – 123h57’18” – fatto registrare lo scorso anno. Il francese ha gestito la gara in maniera pressoché perfetta, lasciando sfogare i suoi avversari – ed in particolare Peter Kienzl – nei primi 50km di corsa, per poi passare al comando nella traversata tra il Rifugio Vittorio Emanuele II e il Rifugio Chabod, al termine della prima giornata di corsa. Da quel momento in poi Raichon ha ingranato la quarta e non si è più voltato, intraprendendo una cavalcata solitaria a ritmi forsennati, conclusa sotto l’Arc de Triomphe di Courmayeur, nel pomeriggio di oggi, alle 14.29 con il tempo stratosferico di 114h29’01”.

Sebastien Raichon vincitore del Tor des Glaciers Photo credits Alessandro Zambianchi Zzam Agency.

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Top runners“Onestamente è stata più dura e difficile dello scorso anno”, ha svelato Raichon all’arrivo. “Ho avuto un problema alla gamba, mi sono quasi perso durante un temporale e poi c’erano questi giovani (Erwee Tiaan e Peter Kienzl) che spingevano, dietro di me, cosa che mi ha stimolato e spronato ad andare ancora più forte”.

Altrettanto degna di nota è stata la prestazione di Erwee Tiaan: il sudafricano sta per bissare il secondo posto dello scorso anno facendo a meno, questa volta, della compagnia di Luca Papi (molto attardato). Dietro di lui, staccato di quasi 2h30, c’è saldamente proprio Peter Kienzl.

Al femminile la situazione resta pressoché immutata con Florence Golay-Geymond che ha accumulato in questi giorni un vantaggio abissale sulle rivali: sono 8 le ore di distacco inflitte a Marina Plavan e 11 quelle rifilate Amy Sproston, in lotta con la connazionale Sarah Hansel per l’ultimo gradino sul podio.

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Sebastien Raichon vincitore del TOR450 – Tor des Glaciers Photo credits Stefano Coletta Zzam Agency

ROMAIN OLIVIER E GALEN REYNOLDS SALGONO SUL PODIO INSIEME A COLLÉ

Il francese Romain Olivier, a lungo il serio e leale antagonista di Franco Collé, è giunto a Courmayeur appena dopo l’alba, questa mattina una decina di minuti prima delle 8, per salire sul secondo gradino del podio con un tempo eccezionale, sotto le 70 ore (69h49’38”). Dopo aver perso contatto dal valdostano nel tratto di percorso che porta al Rifugio Magià non era più riuscito a riagganciarlo, anzi, aveva poi perso ulteriore terreno e tempo prezioso, finendo poi per “accontentarsi” del prestigioso risultato, negli ultimi 50km. “Franco mi ha chiesto se ce la facessi a non dormire fino al traguardo ma non me la sono sentita – ha spiegato all’arrivo – l’esperienza del 2019 mi ha insegnato che con il sonno non si scherza (entrò in crisi al Rifugio Bertone) e così l’ho lasciato andare perché avevo davvero bisogno di riposare”. Una piazza d’onore, quella di Olivier, che corona una stagione favolosa in cui ha corso quattro gare vincendone due, le Trail des Étoiles e il Grand Trail de l’Izoard, e arrivando secondo al Trail des Maures, oltre che per l’appunto, al Tor des Géants.

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Al terzo posto – 71h22’30” il suo tempo – si piazza Galen Reynolds che alla fine, dopo una lunga battaglia, ha avuto la meglio sui compagni di viaggio Damian Hall, Gianluca Galeati e Corneliu Buliga, tutti staccati lungo la salita verso il Rifugio Frassati. Per il canadese dagli occhi di ghiaccio si tratta del terzo podio al TOR, dopo i due secondi posti del 208 e 2019. “Ho patito molto il caldo durante il primo giorno, rimanendo anche senza acqua al Col Arp – ha raccontato al traguardo – poi sono stato decisamente meglio e mi sono ripreso. Ogni TOR è un viaggio unico, diverso dal precedente, carico di emozioni indescrivibili”.

Al femminile, invece, la classifica resta invariata con Emma Stuart che conduce la gara su tempi da record davanti a Jocelyne Pauly e Sophie Grant, più staccate.

Nella serata di oggi, mercoledì 13 settembre, è atteso anche l’arrivo del vincitore del TOR130 – Tot Dret. Dopo circa 57 km, al rilevamento del Rifugio Cuney, in testa tra gli uomini c’è Daniel Jung davanti a Regis Ruchaud e Gael Jeannet. Tra le donne invece c’è un duo composto da Agnese Valz Gen ed Enrica Dematteis, con quasi un’ora di vantaggio su Christine Tousch.

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