“Rischi glaciali nelle Alpi occidentali” è il convegno in programma venerdì 11 gennaio 2013 dalle 14 alle 18 nel Centro congressi di Courmayeur.
Si tratta della giornata conclusiva del progetto triennale Alcotra “GlaRiskAlp”, che ha avuto come capofila la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur e come partner l’Arpa della Valle d’Aosta, il Cnr-Irpi per la Regione Piemonte, l’Université de Savoie, il Cnrs France. Il progetto era nato per dare risposte pratiche e teorico-applicative ai rischi causati dalla riduzione della massa e della superficie dei ghiacciai delle Alpi occidentali.
La giornata di studio di Courmayeur presenterà gli studi realizzati su alcuni siti pilota dell’arco alpino insieme alle azioni che permettono di conoscere più a fondo una realtà che si è rapidamente evoluta nel corso degli ultimi cento anni, con un’ulteriore accelerazione a partire dagli anni Ottanta. Le aree su cui si è incentrata l’attenzione degli studiosi sono rappresentate dai ghiacciai sospesi di Taconnaz nella valle di Chamonix e delle Grandes-Jorasses in Val Ferret e dai ghiacciai della Tzanteleina in Valgrisenche e della Tête Rousse nel comune di Saint-Gervais.
I possibili distacchi del seracco sospeso delle Grandes Jorasses costituiscono un pericolo per la Val Ferret, soprattutto per le valanghe che potrebbero essere causate in inverno e coinvolgere il fondovalle. Lo studio di questo sito riveste quindi un ruolo fondamentale per aiutare gli amministratori a formulare previsioni che possono salvaguardare l’area e che hanno forti implicazioni con le attività economiche e turistiche dell’area. Il progetto ha quindi implicato l’analisi storica dei dati, lo studio delle dinamiche di accumulo della neve e il monitoraggio delle temperature del ghiacciaio e della roccia adiacente. Analogamente il seracco di Taconnaz è stato causa con i suoi distacchi di alcune grandi valanghe del recente passato. Per questo motivo il progetto ha messo in campo un sistema di monitoraggio operativo e azioni per migliorare la conoscenza della topografia della superficie e dell’alveo roccioso.
Tra le azioni che verranno presentate durante il convegno dell’11 gennaio ci sono anche la cartografia delle aree in cui si è osservata di recente la scomparsa dei ghiacciai e la classificazione dei rischi di origine glaciale. I dati raccolti sui fenomeni d’instabilità in ambiente glaciale e recentemente deglacializzato saranno messi “in rete” per l’integrazione e l’utilizzo di banche dati già esistenti.