Nella Legge Finanziaria appena approvata in via definitiva è stato riformulato l’articolo sulla “governance” montana. Il tema, tanto dibattuto, passa ora alle Regioni che rivestono un ruolo cardine. Per l'area del Verbano Cusio Ossola si possono ipotizzare nuove aggregazioni, riducendo a 5 il complessivo delle comunità montane
E’ infatti demandato all'assemblea legislativa regionale – con un termine massimo di sei mesi dall’entrata in vigore della legge – il compito di intervenire sul riordino istituzionale delle Comunità montane, tenendo conto di quattro obiettivi:
- la definizione delle competenze e delle funzioni;
- la riduzione del numero complessivo degli enti sulla base di diversi indicatori;
- la diminuzione del numero dei consiglieri;
- la riduzione delle indennità spettanti sia agli organi rappresentativi che a quelli esecutivi.
E’ la vittoria della nostra battaglia, portata avanti in questi mesi grazie all’appoggio prezioso dell'Uncem, dei Comuni e delle Comunità montane, nonché dei deputati piemontesi e dei consiglieri regionali che – trasversalmente e compattamente – si sono fatti portavoce dei diritti delle popolazioni montane.
Considerato il punto di partenza del testo approvato in Senato che prevedeva un taglio indiscriminato delle Comunità, sulla base di volontà neodirigiste, possiamo ritenerci soddisfatti. Le nostre richieste, ovvero che i riferimenti nella finanziaria fossero limitati alla definizione di criteri orientativi per la riduzione dei costi, lasciando alla competenza delle Regioni la ridefinizione dei problemi ordinamentali relativi alla costituzione delle Comunità montane, sono state pienamente accolte.
In Piemonte, prima regione in cui si sia formulata un’ipotesi di riordino della governance della montagna, e nel VCO ( provincia montana per eccellenza) è ben radicata una forte sensibilità sull’importanza delle Comunità montane, nonché la consapevolezza della necessità di un processo innovativo che ne rilanci ruolo e funzioni.
Avvertiamo l'esigenza di avviare un ampio confronto su questi temi, evitando rigidità o difese corporative al cambiamento. Si apre ora un capitolo importante per la Regione che, oltre a compiere l’operazione di ridefinizione, dovrà soprattutto riaffermare il ruolo delle Comunità montane come soggetti protagonisti del rilancio produttivo e sociale dei territori montani.
Pensiamo ad una legge che – nella logica dell'efficienza, della snellezza e della sobrietà – definisca le modalità di elezione degli organi nonché delle funzioni e delle competenze delle Comunità Montane. Quest'ultime, vanno definite e circoscritte. Le Comunità Montane devono diventare sempre di più agenzie di sviluppo e di programmazione degli interventi in ambito montano, individuando gli investimenti prioritari che possono rilanciare i loro territori, svolgendo inoltre le funzioni delegate dai comuni.
Va allargata la platea elettiva dei presidenti a tutti i consiglieri comunali delle Comunità Montane, rafforzandone la legittimazione; va operata una decisa riduzione del numero dei consiglieri e la formazioni di organismi esecutivi più snelli, efficienti e sobri. La stessa riorganizzazione delle attuali 11 Comunità Montane del VCO e di Novara diventa un obiettivo da perseguire– con un largo confronto – affinché possa sfociare nella riduzione e nell’accorpamento di varie realtà per rendere questi enti più rispondenti ai bisogni dei territori montani che devono rappresentare.
In tal senso pensiamo che si possano ipotizzare nuove aggregazioni riducendo a 5 il complessivo delle comunità montane:
- 1 sola CM nel Cusio e nell'area del Mottarone/Vergante, riaccorpando le attuali 3;
- 2 CM nel Verbano (rispetto alle 3 attuali) aggregando all'attuale Val Grande i comuni di Premeno e Bèe ed alla Cannobina le realtà di Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona;
- 2 CM in Ossola (in luogo delle attuali 5), suddividendo l'Ossola Superiore (da Domodossola e Masera a nord, comprese la Valle Vigezzo e l'Antigorio Divedro e Formazza) e l'Ossola Inferiore (da Villadossola e Beura a sud, comprese la Valle Antrona e l'area del Monte Rosa).