Nato nel 1944 a Villnöss, nel Sud-Tirolo, Reinhold Messner abita ancora oggi in provincia di Bolzano. Reinhold è conosciuto in tutto il mondo per essere il primo uomo ad avere scalato i 14 ottomila della terra infrangendo e superando spesso i limiti e i confini generalmente accettati all’epoca ed effettuando dei veri e propri salti nell’ignoto.
Nel 1968 apre con il fratello Gunther, la Sass dla Crusc (o Heiligkreuzkofel), una via di 550 m dove viene realizzato per la prima volta un passaggio di VIII grado.
L'anno successivo stupisce il mondo dell’alpinismo realizzando, in solitaria, due delle più difficili vie su roccia e ghiaccio dell'epoca: il diedro Philip-Flamm del Civetta e la facciata del nord delle Droites, scalata nel tempo record di otto ore e mezza con due soli bivacchi, per il periodo, un’impresa eccezionale.
Nel 1970 effettua la sua prima scalata in Himalaya, il versante Rupal del Nanga Parbat (8125 m). Una volta in cima con il fratello, senza corde, decide di scendere per il versante Diamir. Gunther scompare sotto una valanga e Reinhold riesce a tornare a valle, al termine di un’incredibile odissea.
Nel 1972, arriva nuovamente in vetta ad un ottomila, scalando il versante sud occidentale del Manaslu.
Nel 1975 partecipa ad una spedizione capitanata da Riccardo Cassin con obiettivo il versante sud del Lhotse. Nonostante la qualità del gruppo, la scalata è un insuccesso. Ma Reinhold non si abbatte e pensa già all’obiettivo successivo: affrontare gli 8000 in stile alpino. Trova il compagno ideale: Peter Habeler. Nel 1974 i due danno prova della loro velocità e capacità tecnica sulla facciata nord dell’Eiger e arrivano in cima nel tempo stupefacente di 10 ore. È il record dell'epoca.
Alcune settimane dopo la sconfitta del Lhotse, sempre in Himalaya, completa e apre con Peter la prima ascesa senza ossigeno di una vetta oltre gli 8.000: il Gasherbrum 1 (8068 m): inizia una nuova era.
Nel 1978, Reinhold apre una via in solitaria sul versante Diamir del Nanga Parbat e lo stesso anno, sempre con Peter Habeler, compie un’impresa eccezionale, scala l’Everest senza l’ausilio di bombole di ossigeno, impresa considerata all’epoca impossibile per l’uomo perché troppo rischiosa.
Gli anni successivi sono una serie di performance straordinarie e, continuando a proporre uno stile di arrampicata leggera, scala numerose vette Himalayane, spesso aprendo nuovi itinerari. Nel 1980 apre in solitaria una via sul versante nord dell’Everest: una delle migliori imprese alpinistiche del secolo scorso.
Nel 1982, Messner non si ferma, apre una difficile via sul Kanchenjuhga con Friedl Mutschlechner, mentre nel 1984 con Hans Kammerlander, supera un nuovo limite con il primo concatenamento di due 8000, il Gasherbrum 2 (8035m) e il Gasherbrum 1 (8068m). Nel 1985 i due firmano l’apertura di una nuova via sulla parete occidentale dell'Annapurna e nel 1986 Reinhold, sempre in cordata con Hans, diviene il primo uomo ad aver scalato tutti i quattordici ottomila senza ossigeno (alcune cime più di una volta).
Ormai entrato nella leggenda dell’alpinismo, spesso idolatrato e a volte contestato per le sue scelte radicali e la sua filosofia alpinistica volta a non invadere le montagne, ma solamente ad arrampicarle, Reinhold si fa attrarre dal mondo dell’esplorazione e dell'avventura (Tibet, Bhoutan, Pamir, deserto dei Gobi, Groenlandia, Antartico, Georgia del sud…). Si impegna nella difesa dell'ambiente, causa che sposerà fino ad essere eletto al Parlamento Europeo nel 1995. Alla fine del suo mandato, si lancia in una nuova avventura, la realizzazione di 5 musei dedicati alla montagna, i Messner Mountain Museum e, senza dimenticare il sociale, si impegna nella costruzione di una scuola nella valle del Diamir, ai piedi del Nanga Parbat, attraverso la sua Fondazione.