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Sul noto periodico transalpino Montagnes Magazine di settembre 05, si legge che lo scorso giugno è stata compiuta una grande opera di pulizia al Campo Base del Toubkal. Chiamato dai Berberi “la Montagna delle Montagne”, il Toubkal, con i suoi 4.167 m, è la più alta cima dell’Atlas marocchino e dell’Africa del Nord ed è meta ogni anno di migliaia di alpinisti, per la maggior parte francesi. Al campo base, a quota 3.200 m, è presente il “Refuge du Toubkal”, che appartiene al CAF Sezione di Casablanca, dove è in costruzione una seconda struttura.



Nei periodi di alta stagione, però, la forte affluenza costringe la maggior parte degli alpinisti, con mulattieri ed animali, a sostare in prossimità del rifugio provocando grossi inconvenienti ambientali, perché non sono presenti né toilette (quelle del rifugio sono destinate solo agli ospiti pernottanti), né contenitori per la raccolta dei rifiuti. Il problema non è solo ambientale, ma investe anche la salute degli abitanti della vallata: i campi sono normalmente posizionati sulle sponde di un torrente che rifornisce di acqua gli insediamenti abitativi a valle. Non è. Sfortunatamente, un caso isolato: molto spesso – e negli ultimi anni sempre di più – i danni ambientali in quota pesano come un macigno. Si pensi all’ambita vetta dell’Everest e alle tonnellate di rifiuti abbandonate da una spedizione dopo l’altra…



I lavori di pulizia sono stati organizzati da un’agenzia francese specializzata in “viaggi avventura” per festeggiare i suoi trent’anni di attività, ed ha coinvolto le Guide Berbere, i mulattieri e gli abitanti locali ed una decina di volontari francesi. In tre giorni sono stati raccolti 107 sacchi da 100 litri l’uno di rifiuti per un totale di circa 2 tonnellate, che devono essere ancora trasportate a valle; ed una decina di chilogrammi di pile, che sono state già portate in Francia.



L’iniziativa, cui sembra ne seguiranno altre, rappresenta – al di là dell’opera di pulizia compiuta – anche un ottimo esempio di sensibilizzazione delle popolazioni locali; è ancora legata all’ottica della “riparazione del danno” ed è auspicabile che ad iniziative come questa se ne accompagnassero altre maggiormente concentrate su delle azioni di carattere preventivo.

nella foto: Il Campo Base del Toubkal, in primo piano il Refuge du Toubkal

fonte foto: Stéphanie Grindatto








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