Il nuovo protocollo di soccorso in valanga è disponibile sul sito del Cnsasa, Commissione nazionale del CAI delle scuole di alpinismo, sci alpinismo ed arrampicata, (https://www.cnsasa.it/home/news.asp?ua=444)
Si tratta di una dispensa scaricabile in formato .pdf con tutte le innovazioni che verranno recepite nella nuova edizione del Manuale di Scialpinismo, di prossima pubblicazione. Nel sito si invitano le scuole sezionali ed intersezionali ad utilizzare la dispensa per la formazione e l’aggiornamento dei componenti del proprio organico, ma la dispensa, puntuale e completa, è estremamente utile per tutti coloro che vogliano praticare lo scialpinismo anche al di fuori di gruppi organizzati.
Una valanga è un evento improvviso e devastante per chi rimane sepolto e per chi deve prestare soccorso, perché ci si gioca la vita dei compagni in una manciata di minuti o poco più. «Solo un’attività di esercitazioni, diligente e ripetuta, potrà sviluppare la prontezza per reagire in maniera efficace e non scomposta nei limitati tempi che lo scenario dell’incidente in valanga concede», si sottolinea nella premessa. Dall’analisi dei dati raccolti negli ultimi venti anni solo con un rapido disseppellimento del travolto, cioè entro i primi 18 minuti, la probabilità di sopravvivenza risulta significativamente elevata. L’autosoccorso, cioè l’azione svolta dai compagni di gita diventa quindi di fondamentale importanza.
La dispensa analizza quindi a fondo l’attrezzatura individuale di sicurezza, consistente in apparecchio di ricerca Artva, sonda e pala. L’Artva consente, se ben usato, di individuare rapidamente il sepolto. Oggi ci sono altri sistemi di sicurezza che agiscono su altri fronti, o diminuendo la profondità del seppellimento (minore è la profondità , maggiori sono le chance di sopravvivenza) con l’air bag che permette di “galleggiare†e di essere più rapidamente individuati o permettendo di “respirare†sotto la neve con uno speciale boccaglio, ma peso e costo li confinano più al free ride che allo scialpinismo e non escludono comunque la dotazione di base di Artva, sonda e pala. Inoltre è bene ricordare che il funzionamento dell’Artva può essere disturbato da altri dispositivi elettronici (telefoni cellulari, radio, GPS) e oggetti metallici, che devono essere tenuti spenti e/o ad almeno trenta centimetri di distanza dall’Artva.
Si passa quindi ad un’attenta e dettagliata analisi delle tecniche di individuazione e di disseppellimento che variano in base alla numerosità del gruppo. Una volta raggiunto il travolto, la sua presa in carico da parte dei soccorsi organizzati che nel frattempo dovrebbero essere arrivati sul posto, sarà tanto più efficace quanto meglio i parametri vitali potranno essere rilevati, documentati e comunicati dai soccorritori presenti sul campo, cioè i prestatori delle primissime azioni di autosoccorso. Proprio per questo lo scorso anno è stata elaborata una check list assieme alle nuove linee guida per la rianimazione a cura della commissione medica della Cisa – Ikar. La Check list è allegata alla dispensa e sono evidenziati gli obiettivi del soccorritore laico, non medico né paramedico. Essi consistono in : constatazione (o esclusione) della presenza di una cavità per l’aria davanti al viso del travolto (air pocket), la ricerca dei segnali vitali per 1 minuto (stato di coscienza e capacità di respirare), eventuale disostruzione delle vie aeree con protezione per eventuali traumi alla colonna vertebrale, la prevenzione del raffreddamento anche quello indotto dal movimento per il rimescolamento di sangue freddo dalle estremità (after-drop), la Rianimazione Cardio-Polmonare, l’isolamento termico e il riscaldamento del torace.
Infine va ricordato che la valanga è un evento estremo e che la prevenzione con l’accurata scelta della gita, prima a tavolino e poi sul posto, dell’esposizione, del pendio, in salita e in discesa, dell’ora, sono fondamentali per godere in sicurezza della montagna invernale con gli sci e le ciaspole.