Attorno alla vetta del Gran Paradiso, in un territorio di oltre 70.000 ettari distribuiti in cinque vallate, in parte in Valle d’Aosta e in parte in Piemonte, nel 1922, dopo essere stato riserva reale fin dal 1856, è nato il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano. Un’area protetta, sorta per salvaguardia dell’animale simbolo del Parco, lo Stambecco alpino, che, dopo la II guerra mondiale, vedeva sopravvissuti solo 416 capi in tutto il mondo e tutti erano nel territorio del Parco. Otre allo stambecco, ormai diffuso in moltissimi esemplari, nel Parco abitano diverse specie di mammiferi, dai camosci alle marmotte, lepri, volpi, tassi, ermellini, donnole, martore, faine. Passeggiando è frequente imbattersi anche in rapaci come l’aquila, il gipeto (tornato recentemente a nidificare nell’area protetta), la poiana, il gheppio, lo sparviero, l’astore, il gufo reale, l’allocco e uccelli quali pernice bianca, gallo forcello, coturnice, picchio verde, picchio rosso maggiore, francolino di monte, merlo acquaiolo, pettirosso, tordo, beccafico, rampichino alpestre, picchio muraiolo e molti altri ancora, oltre a molte varietà di rettili, insetti e anfibi, come le vipere, la farfalla Parnassius, i tritoni e le salamandre. L’habitat in cui questi animali vivono e si riproducono è un ambiente tipicamente alpino che parte dai 4061 metri del Gran Paradiso dove sono le rocce e i ghiacciai che caratterizzano il paesaggio, montagne che in passato sono state incise e modellate da grandi ghiacciai e dai torrenti, fino a creare le attuali vallate lungo i cui versanti gli alberi lasciano lo spazio ai vasti pascoli alpini che nella tarda primavera si coprono di fiori, fino ad arrivare nei boschi dei fondovalle, dove gli alberi più frequenti sono i larici, misti agli abeti rossi, pini cembri e più raramente all’abete bianco.
Attualmente è l’Ente Parco, che fa capo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che gestisce il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Negli anni l’Ente, che ha rivolto la sua attenzione a garantire la salvaguardia del territorio, ha anche preso in considerazione lo sviluppo economico-sociale della popolazione del Parco promuovendo la sperimentazione di metodi di gestione del territorio, idonei a realizzare una integrazione sostenibile tra uomo ed ambiente naturale, tali da preservare il patrimonio naturale. L’Ente promuove quindi nuove attività produttive compatibili e salvaguarda i valori culturali tradizionali presenti nelle attività agro-silvo pastorali, nell’artigianato e nell’architettura locale tradizionale. Sempre con questo intento ha messo a punto innumerevoli proposte di soggiorno che spaziano da quelle sportive a quelle escursionistiche, ricreative e culturali, ma anche dedicate al benessere e al relax.
Per mantenere integro nel tempo il prezioso patrimonio messo a disposizione, l’Ente Parco ha però predisposto delle norme di comportamento ben precise, perché, se l’azione di una sola persona può sembrare insignificante, quando viene ripetuta da migliaia di turisti diventa un grave problema, tra queste le fondamentali sono:
- dopo un pic-nic i rifiuti devono essere riportali a valle;
- i fiori, gli insetti e minerali, devono essere lasciati dove sono;
- i fuochi e le tende bisogna farli solo nelle aree autorizzate;
- gli animali selvatici bisogna lasciarli in pace e osservarli da lontano;
- non ci si deve allontanare dai sentieri e dalle mulattiere, le scorciatoie rovinano la cotica erbosa o provocano solchi profondi entro cui la pioggia si incanala e, scorrendo veloce, erode il terreno;
- no introduzione dei cani nel Parco;
- no ai voli in parapendio, perché causano un notevole disturbo alla fauna selvatica e in particolare degli ungulati di montagna, come camoscio e stambecco.
Ma il Parco Nazionale del Gran Paradiso non è solo natura, flora e fauna da proteggere e contemplare, il territorio è anche ricco di incisioni rupestri, strade e ponti di origine romana, chiese e castelli medievali, case e sentieri reali di caccia, costruzioni militari che mostrano un patrimonio culturale di origini antiche ma costantemente arricchito col trascorrere del tempo. Un spazio in cui il paesaggio agrario si unisce agli elementi artistici e religiosi, alle usanze e tradizioni popolari, alle diverse attività ancora oggi praticate.
Anche il Francoprovenzale ha un legame molto stretto con il Parco. L’area protetta ricade infatti totalmente nella zona di cultura e lingua Francoprovenzale, compresa in un bacino di influenza linguistica che va dalla zona del Lionese in Francia al cantone di Ginevra in Svizzera, comprendendo a sud delle Alpi la Valle d’Aosta ed alcune valli del Piemonte tra cui la Valle Soana e la Valle Orco, comprese nel territorio del Parco, le Valli di Lanzo e la Val di Susa, estremo confine meridionale. Sicuramente anche la toponomastica del Gran Paradiso rivela gli stretti legami che il Francoprovenzale ha con le antiche lingue celte. In tutte le Valli del Parco infatti esiste una località che si chiama Lilla, Lillà , Lillet, ma nessuno di questi luoghi profuma di lillà ! Il nome infatti deriva dalla parola celta indicante quei terreni, posizionati nelle anse dei fiumi, che in caso di alluvione rimanevano isolati, diventando isole. Da qui deriva anche la parola francese “ileâ€, isola. Anche i due grandi fiumi che fanno idealmente da confine tra Francoprovenzale ed italiano, la Dora Baltea e la Dora Riparia, portano nella radice Do il termine celtico per definire l’acqua corrente. 
Numerose sono poi le suggestioni che derivano da una religiosità autentica, legata al quotidiano, ad ogni gesto e ad ogni momento importante della vita dei valligiani.
Percorrendo a piedi i numerosi sentieri di montagna o visitando le piccole borgate arroccate sui pendii, sono numerosi in piloni votivi, le cappelle in pietra, le edicole e gli affreschi che testimoniano l’autenticità e la profondità del radicamento delle tradizioni religiose in questa parte di arco alpino. Tra le più sentite ci sono i pellegrinaggi ai Santuari di Prascondù e di Sant’Anna e la Festa di San Besso.
Per chi, volendo apprezzare al meglio la natura del Parco desidera soggiornarci per qualche tempo, il Parco si è dotato di strutture per ogni esigenza, da bivacchi, rifugi e campeggi, ad agriturismi, bed & breakfast, aree sosta per camper e alberghi di categoria, strutture che hanno ottenuto il Marchio di Qualità Gran Paradiso, simbolo di garanzia di attenzione all’ambiente e delle tradizioni locali,.
I prodotti del territorio del Parco Nazionale Gran Paradiso:
- la Fontina Dop, uno dei più celebri formaggi italiani, Doc dal 1955
- il Boudin, La Mocetta
- il Salame di patate, fra i salumi.
- Per i vini, seppur in quantità modeste, la Valle d’Aosta, vanta il più alto vigneto d’Europa dove il Blanc de Morgex et de La Salle, maturato tra gli 800 e i 1200 metri, praticamente ai piedi dei ghiacciai del Monte Bianco!
- Insuperabili i mieli locali, prodotti all’interno del Parco, che sono il frutto della generosa flora alpina tra cui spicca la pianta di Rododendro dalla quale si ricava l’omonimo miele
- tra i dolci, le Tegole, classico souvenir goloso valdostano, sono biscotti tondeggianti di farina di frumento, albumi d’uovo, nocciole, mandorle dolci e amare
- il Mecoulin, un delizioso pane con l’uvetta cucinato seguendo una antica tradizione.
Ente Parco Nazionale Gran Paradiso
Web: www.pngp.it
Segreteria turistica centrale: Via Pio VII, 9 – 10135 Torino
Tel. +39-(011)-8606233
eMail:Â info@pngp.it
Orario: 9 – 12 (dal lunedì al venerdì)
Come arrivare
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