È ufficiale: il 17mo Piolet (anzi i Piolets, al plurale, come prevede il nuovo regolamento) si svolgerà tra Chamonix e Courmayeur dal 22 al 25 aprile prossimi. A organizzarlo sono il francese GHM (Groupe de Haute Montagne) e le edizioni Nivéales con il supporto dell’American Alpine Journal e i comuni di Courmayeur e Chamonix. L’obiettivo della rinnovata manifestazione è di “celebrare il gusto per l’avventura e il desiderio per l’esplorazione nell’arte dell’arrampicata, dell’alpinismo”.
Come espresso nella nuova carta del premio, conterà più lo stile che il risultato e più che una competizione i nuovi Piolets d’or saranno il riconoscimento del massimo livello raggiunto dall’alpinismo internazionale. I membri del comitato organizzatore, come è stato recentemente specificato, non parteciperanno né alla selezione delle realizzazioni né al voto finale della giuria, ma vigileranno sull’integrità del giudizio.
Altre novità della manifestazione saranno l’assegnazione di un Piolet d’or alla carriera e un corredo di conferenze, incontri, film e dibattiti. Il 24 aprile a Courmayeur saranno presentate le sei ascensioni “nominate”, scelte tra le 57 migliori realizzazioni del 2008, il 25 a Chamonix è fissata la consegna dei Piolets.
L’insistenza sui valori etici dell’alpinismo, ribaditi più volte nel nuovo “regolamento” dei Piolets, sembra tuttavia in contrasto con la scelta dei componenti della giuria. Accanto a personalità di indubbio valore alpinistico e morale, come Doug Scott, Peter Habeler e Jim Donini, attuale presidente dell’American Alpine Club, sembra quanto meno inopportuna la presenza del giovane alpinista slovacco Dodo Kopold. Dopo aver fatto parlare di sé per salite estreme come quella sulla parete Sud della Gran Torre del Trango, nel gennaio scorso Kopold è stato accusato dalla Slovak Mountaineering Association di aver mentito sulla salita delle tre cime, Gasherbrum I e II e Broad Peak della spedizione Baltoro Express del 2008 e soprattutto di aver tenuto un comportamento inaccettabile e da condannare dal punto di vista etico ed umano in occasione della scomparsa del compagno di cordata Vlado Plulik. Anche se Kopold si è sempre professato innocente, si sarebbe dovuto evitare l’inclusione nella giuria del nuovo Piolet d’or.