L’ennesima croce su una vetta per celebrare un’ascensione? Sembra di sì. La vetta è quella della Dent d’Hérens, quattromila condiviso da Valtournenche, Valpelline e Valle di Zermatt.
Edward Whymper, il conquistatore del Cervino, scoprì la Dent d’Hérens passando da Prarayer nel 1860 e tre anni dopo con Jean-Antoine Carrel ne tentò l’ascensione, partendo dai casolari di Prarayer e cercando la strada lungo la cresta Ovest che ha inizio dal Colle di Tiefenmatten. La cordata si arrese alle difficoltà a 3.900 metri di quota, ma il tentativo attirò l’attenzione di altri alpinisti britannici, Florence Crauford Grove, William Edward Hall, Reginald Macdonald e Montagu Woodmass, che assoldarono le guide di Zermatt Melchior Anderegg e Peter Perren e il francese Jean-Paul Cachat. Il 12 agosto le cordate, sulla scorta delle informazioni del tentativo di Whymper, riuscirono a raggiungere la vetta lungo il percorso che sarebbe poi divenuto la via normale.
Sono passati 150 anni, come per la fondazione del Cai e qualcuno ha pensato di celebrare la ricorrenza. Lo scorso gennaio le guide della Compagnie des Guides de la Valpelline & du Grand Saint-Bernard avanzarono alle guide di Zermatt e di Valtournenche la proposta di commemorare l’ascensione con una serie di manifestazioni che comprendeva: una mostra nella Sala dell’Alpinismo di Valpelline (valle da cui partirono gli alpinisti per la prima ascensione), un convegno internazionale, un incontro alpinistico in vetta con la posa di una campana commemorativa, di dimensioni contenute, con i simboli del Vallese e della Valle d’Aosta e l’eventuale realizzazione di un volume e di un documentario sulla ricorrenza. Di primo acchito la Società delle Guide di Zermatt si era detta non interessata alla manifestazione, ma giovedì 20 giugno, la municipalità di Zermatt ha convocato i colleghi di Valtournenche e di Bionaz, nei cui territori comunali si trova il quattromila in questione, e i rappresentanti delle guide di Valtournenche, della Valpelline e di Zermatt, per presentare un programma pressoché definitivo che prevede null’altro che la posa di una croce, trasportata con l’elicottero, in vetta alla Dent d’Hérens. Dell’incontro per celebrare i pionieri delle scalate alpine, analizzare i cambiamenti climatici delle montagne e la trasformazione degli itinerari alpinistici e della salita congiunta di rappresentanti delle tre valli non è rimasta traccia.
Di recente Mountain Wilderness e altre associazioni ambientaliste hanno espresso il loro dissenso contro infrastrutture di vario tipo, comprese le croci, che continuano a proliferare sulle vette alpine. Zermatt per altro è recidiva e continua a sfidare gli ambientalisti perché ha appena chiesto al Consiglio federale svizzero di declassare l'area protetta intorno al Cervino per poter continuare a praticare l'heliski.
Il sito www.matterhornforsale.com lancia un accorato appello per il simbolo delle Alpi per eccellenza e promuove una petizione online contro la svendita del Cervino, invitando a scrivere una lettera alla municipalità di Zermatt per chiedere che l’area protetta sia mantenuta. Di recente una commissione federale svizzera ha stabilito che nell’area intorno al Cervino, appartenente ai siti IFP, cioè all’Inventario federale dei paesaggi, dei siti e dei monumenti di importanza nazionale, non può essere lasciata una zona di atterraggio per l’eliski e ha invitato Zermatt a smantellarla, perché i voli di elicottero hanno un pesante impatto sull'area protetta. Ma il comune di Zermatt preferisce puntare su una disciplina esclusiva e ad alto impatto, ma che contribuisce appena per l’uno per mille al valore aggiunto generato da tutte le attività turistiche, piuttosto che sul paesaggio naturale attorno al Cervino e al Monte Rosa. Zermatt, attraverso una mozione presentata al Parlamento cantonale, ha ottenuto che il Governo del Canton Vallese rivolgesse al Consiglio federale svizzero la richiesta di rimuovere l'area protetta che era stata istituita come compensazione a fronte dello sfruttamento turistico del Piccolo Cervino.