Una coproduzione austriaca, svizzera e tedesca, nella migliore tradizione del grande cinema di montagna, per raccontare una delle tragedie che hanno segnato la conquista della parete Nord dell’Eiger, nell’Oberland bernese, 1800 metri di terribile verticale di ghiaccio e roccia. ‘L’ultimo problema delle Alpi’ era definita negli anni 30 la Nordwand, fino alla sua conquista, avvenuta nel 1938.
La storia di due ragazzi bavaresi, Toni Kurz (interpretato da Benno Fuermann) e Andi Hinterstoisser (Florian Lukas), si intreccia con quella di Luise (Johanna Wokalek), una loro amica d’infanzia che era stata la ragazza di Toni e di cui lui è ancora innamorato, apprendista fotoreporter della ‘Berliner Zeitung’. Sullo sfondo l’irresistibile ascesa del nazismo che, alla vigilia dell’annessione dell’Austria e mentre si appresta a celebrare con le Olimpiadi di Berlino l’affermazione della sua grande forza, vede l’alpinismo come un altro terreno nel quale cercare la celebrazione della propria superiorità.
Diretto con mestiere e sobrietà dal giovane tedesco Philipp Stoelzl,il film ripropone, senza grandi ambizioni di originalità, i temi classici della sfida dell’uomo alla montagna. In più aggiunge elementi interessanti di riflessione sull’atteggiamento di un segmento dell’alta borghesia tedesca non fanatica ma rassegnata e quindi complice e sul rapporto tra alpinismo, nazionalismo e propaganda che il nazismo alimentava con fortune alterne.
E’ di due anni prima la tragica spedizione tedesca al Nanga Parbat, raccontata con grande efficacia dal protagonista Fritz Bechtold, altro sfortunato banco di prova della propaganda nazista nella storia dell’alpinismo. Sul piano narrativo vivacizza il racconto il tentativo disperato di Luise di salvare Toni usando la galleria del mitico trenino che sale alla base della parete nord dentro la roccia.
Buon film, suggestivo ed avvincente, che lo scenario meraviglioso di una Piazza Grande strapiena, in una serata estiva limpida e ventilata, ha trasformato in un evento di grande suggestione.