Le comunità di minoranza del Trentino, Mocheni, Cimbri e Ladini, esprimono la propria contrarietà ai due quesiti referendari promossi dalla Lega Nord e relativi all’abrogazione delle Comunità di valle e del Comun General de Fascia, oltre che alle disposizioni speciali che riguardano le popolazioni di lingua mochena e cimbra.
Le ragioni di questa contrarietà sono state espresse nel corso di una conferenza stampa lo scorso 11 gennaio dai rappresentanti delle comunità ladina, mochena e cimbra; Luigi Chiocchetti, Assessore regionale per le Minoranze linguistiche, Cristina Donei, Procuradora del Comun General de Fascia, Diego Moltrer, Assessore alle Minoranze linguistiche della Comunità Alta Valsugana Bersntol e Michael Rech, Presidente della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri. “Sottoscrivere i referendum, è stato detto, significherebbe rinunciare ad un’autonomia istituzionale ed organizzativa che le comunità di minoranza hanno raggiunto per mezzo delle Comunità di Valle. Attraverso di esse, infatti, con forme nuove di autonomia istituzionale ed organizzativa si tutela e si valorizza l’identità di cimbri, mocheni e ladini, patrimonio irrinunciabile dell’intera comunità provinciale, favorendone uno sviluppo anche sociale rispettoso delle relative peculiarità”.
“La proposta di abrogazione, hanno detto i rappresentanti delle minoranze linguistiche trentine, affosserebbe un percorso di attenzione e di promozione delle popolazioni germanofone e ladine messo in campo in questi anni da parte delle intere comunità nel cui territorio sono comprese queste popolazioni. Significherebbe porsi espressamente contro e negare l’impegno da parte di queste comunità per tutelare, valorizzare e promuovere uno dei tratti fondamentali della propria identità”.
L’Assessore Chiocchetti ha ricordato, infine, che lo Statuto della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Sudtirol, pone, fin dal primo articolo, tra i principi fondanti dell’autonomia, quello della tutela e promozione delle comunità linguistiche minoritarie presenti sul territorio, per questo, ha aggiunto, ogni azione che vada contro tale importante principio dell’autonomia regionale potrebbe minare alla radice i fondamenti stessi, storici, linguistici e culturali dell’intera comunità”.