Renato Bavagnoli, impegnato nell'attraversamento integrale delle Alpi, da Treviso a Monte Carlo, ha completato la parte di percorso in terra slovena, approdando in Austria. Riportiamo alcune simpatiche suggestioni inviate alla redaizone nella giornata di ieri, domenica 19 giugno, dal suo iPad.
"Quando sono giunto al Wurzenpass (passo delle erbe) ho attraversato a malincuore la frontiera tra la Slovenia e l'Austria: forse le nuvole basse e il vento teso e freddo, forse l'abbandonare una nazione dove si parla ancora l'italiano per addentrarmi nello sconosciuto mondo teutonico o chissa' cosa altro ancora.
Sono pochi dieci giorni, seppur vissuti intensamente, per conoscere una nazione, ma l'averla traversata a piedi e quindi con i ritmi lenti del viandante mi ha permesso di apprezzarne di più i lati positivi o particolari e lasciato in sordina i negativi.
Per prima cosa: la gentilezza e disponibilita' degli sloveni, sempre pronti e sorridenti a darti un aiuto, un'informazione, un incoraggiamento.
Mi ricordo di Jerolimin, giovane di Lubiana che mi ha dedicato un pomeriggio intero a risolvere problemi di connessione con la rete internet slovena, provando, telefonando, riprovando, fino a quando il problema e' stato felicemente risolto solo dopo che si era accollato direttamente il contratto con la compagnia telefonica (sembra che l'ipad comprato in Italia non venga riconosciuto negli altri paesi!). Nel frattempo mi ha raccontato della sua vita, della madre sposata tre volte, del suo lavoro di creatore di eventi multimediali che lo aveva portato dalla capitale nel piccolo museo di Divaca.
Per sdebitarmi gli ho offerto una bottiglia di vino e lui ha ricambiato, rimettendoci, con una pizza e svariate birre.
Come pure Mizzie e Laura, ottantenni molto in forma che mi hanno incrociato, coinvolto e quasi rapito nel pressi di Idrjia presentandomi la bellezza, reale, di questa cittadina costruita, come dice il nome, sull'acqua e con l'acqua. Certo il piacere di parlare con qualcuno, di ricordare i tempi giovanili quando andavano alla scuola italiana, di sentirsi comunque ancora importanti fino di accompagnarmi all'ufficio turistico, discutere sulla migliore ed economica sistemazione per la notte e, a sera, venire a verificare come trovavo l'alloggio portandomi una torta che avevano fatto apposta (per la verita' Laura, ci ha tenuto a precisarlo).
ppure Sniesciana (non so come si scrive, ma in italiano sembra essere bianca biancaneve o qualcosa di simile) madre di tre ragazzi, sposata con un medico del soccorso che vive in una fattoria dispersa sui monti e che mi ha accompagnato per più di un'ora a ritrovare l'ennesimo percorso perduto, raccontandomi del gravoso impegno di madre (o driver, come dice lei) nel portare i figli a scuola, a nuoto, alle feste…
Mi ha pure raccontato della sua salita al Monte Bianco e il suo passaggio dal lago Maggiore e dal Simplon: "Era il 1987, ero giovane, senza soldi e molto innamorata".
In montagna invece si trovano simpaticissimi personaggi, anche un po' rompi scatole, come Janes che mi ha ricordato come anche in Slovenia vale il detto che pensavo tipico della Val Grande: "se non sei capace di andare in montagna, stai a casa!"
O come Maria che in due ore mi ha raccontato della salita al colle sud dell'Everest, dell'India, della Patagonia, delle Dolomiti, delle Alpi, e che era li per fate "resistencia" in vista di non so quale salita, per poi attaccarsi al telefono e insultare mezza Slovenia perché il rifugio dove avrei dovuto fare tappa era ancora chiuso!
E poi i giovani! Tanti, freschi e impegnati da subito nel lavoro! Non ricordo di un esercizio commerciale o di servizio con cui dovessi trattare con un anziano. E' bello vedere una nazione gestita dai giovani. Ne ho ricavato l'impressione che o gli anziani non ci sono, o sono nascosti nei retrobottega o, molto semplicemente, qualunque sia stato il loro ruolo, una volta arrivati alla pensione "fanno i pensionati" e si dedicano a se stessi, alla casa e ad "andare in giro". E tutti parlano inglese!
Un caro saluto dalle Alpi, a presto!
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