Nell'area selvaggia più estesa dell'Arco Alpino, si è svolto l'annuale censimento dei camosci che, coordinata dall'Università dell'Insubria, ha visto la partecipazione di numerosi soggetti.
L'elevato numero dei partecipanti all'attività di rilevamento, ha permesso di utilizzare una nuova tecnica, denominata "Block Count", grazie alla quale l'Ente Parco Nazionale Val Grande ha potuto raccogliere dati di elevata qualità. "Si tratta di una valutazione in campo" afferma il Direttore del Parco Tullio Bagnati "che per estensione del territorio monitorato e per numero di persone coinvolte rappresenta sicuramente carattere di esclusività per un'area impervia e di difficile percorribilità come la Val Grande».
In totale una task force di 58 rilevatori ha preso parte al censimento, impegnata, nel parco, sin dalle prime luci dell'alba: nella maggior parte dei casi, dopo aver pernottato in varie strutture interne al parco, i collaboratori hanno percorso 29 distinti itinerari per circa 120 km di sentieri, coprendo quasi il 90% del territorio del Parco!
Qualitativamente e quantitativamente elevati i risultati del censimento: sono stati avvistati 977 camosci, circa 250 in più dello scorso anno. Questo incremento è dovuto all'esperienza acquisita negli scorsi anni dal personale coinvolto, alla presenza di guardiaparco professionalmente preparati e al fatto che si è potuta monitorare contemporaneamente la quasi totalità della superficie del parco. Va inoltre sottolineato che le buone condizioni meteorologiche hanno favorito gli avvistamenti, in quanto i camosci erano per lo più fuori dalle aree boscate e pertanto facilmente osservabili anche in lontananza.
Gli animali osservati godono di buona salute e sono ben distribuiti sul territorio del Parco, con zone di maggior concentrazione nelle aree di Bocchetta di Campo e del Val Portaiola, oltre che in Val Serena e nell’anfiteatro di Quaggiui e, sul lato meridionale nell’alta Valle Intrasca. E’ ora in corso l'analisi dei dati raccolti, che permetteranno di dare un'indicazione su come è composta la popolazione di camosci secondo sesso ed età. Tali informazioni confluiranno nel piano di gestione degli Ungulati che l’Università dell’Insubria consegnerà nei prossimi mesi all’Ente Parco.
Nel corso del censimenti gli uomini del parco hanno avvistato numerose altre specie di animali, tra cui caprioli, cervi, cinghiali, coturnici, galli forcelli e molti rapaci tra cui alcuni esemplari di aquila reale e un falco pellegrino, oltre a interessanti voli di migliaia di uccelli in dispersione autunnale come cesene e peppole.