Il 22 ottobre 2013 l'IMS – International Mountain Summit di Bressanone dedica l'intera giornata al Master in Medicina di Montagna dell’Università dell’Insubria, con lezioni aperte al pubblico al mattino e dalle 14 alle 18 con un convegno su Telemedicina e Montagna.
La telemedicina in montagna è pronta ad abbandonare il livello sperimentale per approdare a progetti organici sul territorio. La storia della telemedicina è abbastanza recente: una quarantina di anni sono passati dall’inizio della trasmissione di immagini radiologiche e dal controllo a distanza del funzionamento dei pace – maker, le prime applicazioni sul territorio. Ancor più giovane è la sperimentazione della telemedicina in montagna, intesa sia come territorio a bassa densità di popolazione, con luoghi a volta difficilmente raggiungibili, sia in termini alpinistici e quindi a livello di rifugi o di spedizioni extraeuropee.
Gli sviluppi tecnologici dei mezzi di comunicazione e delle apparecchiature diagnostiche hanno permesso una rapida evoluzione della trasmissione dei dati medici, delle possibilità diagnostiche e terapeutiche, nell’emergenza e nelle malattie croniche, di prestare assistenza superando la distanza tra paziente e medico. Ma non solo; telemedicina significa anche possibilità di formazione a distanza, a volte “in tempo reale”, di medici e personale paramedico.
La diffusione di Internet e l’accesso a informazioni mediche sta cambiando il rapporto tra medici e pazienti, ma permette anche al personale sanitario di poter avere il supporto della cosiddetta letteratura medica in ogni momento e in ogni luogo dove ci sia possibilità di connessione. Se ci sono problemi di controllo della qualità dell’informazione al grande pubblico, l’enorme aumento della disponibilità di dati e la possibilità di connettersi con colleghi per avere una “seconda opinione” effettuando un teleconsulto, e ancora appuntamenti fissi in teleconferenza per la discussione di casi clinici, sono un enorme passo avanti nella diagnosi e nella terapia e nell’assistenza ai pazienti, soprattutto quando ci si trova in regioni isolate o in luoghi impervi o in condizioni estreme. La possibilità di trasmettere da parte di personale sanitario o laico i parametri vitali o dati clinici e strumentali da un luogo difficilmente raggiungibile (un campo base, un rifugio di montagna, un luogo isolato), a una centrale operativa, può consentire le prime cure durante il percorso per il ricovero in struttura sanitaria adeguata e comunque diventa un supporto decisionale.
L’dea di dedicare all’interno dell’IMS, International Mountain Summit, una conferenza su Telemedicina e Montagna è nata in seno al Master Internazionale in Medicina di Montagna, organizzato dall’Università degli Studi dell’Insubria, in particolare dal direttore e coordinatore del Master, Luigi Festi, in collaborazione con EUR.AC di Bolzano, Lo scopo è quello di far conoscere all’ambiente medico, ma anche ai professionisti e a chi frequenta o vive in montagna, le enormi possibilità offerte da questa nuova specialità medica, presentando la situazione attuale e gli sviluppi che potranno avere le nuove tecnologie in questo campo specifico.
Saranno illustrati alcuni progetti già avviati e si parlerà anche degli aspetti medico-legali legati alla medicina a distanza. I maggiori esperti nel campo della medicina e dell’emergenza in montagna, insieme ad alpinisti professionisti discuteranno poi in una Tavola Rotonda, vantaggi e svantaggi legati al campo della telemedicina, specialità che appare sempre di più valido ausilio, nella futura organizzazione sanitaria a livello nazionale ed internazionale.
L’ingresso al Forum di Bressanone-Brixen, sede della conferenza, che si svolgerà dalle ore 14 alle ore 18, sarà libero e gratuito e vi sarà traduzione simultanea.