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Il rapporto tra uomo e ambiente, uno dei fili conduttori del 64esimo film festival di Trento sarà al centro della serata del 30 aprile, alle 21, all’Auditorium Santa Chiara, con Luca Mercalli e don Luigi Ciotti dal titolo “Crisi ambientale e crisi etica, due facce dello stesso problema”.

«La salvaguardia dell’ambiente – ha spiegato Luca Mercalli – è un tema che coinvolge fortemente l’etica individuale, il rispetto degli altri e delle generazioni future, l’utilizzo non predatorio dei beni comuni e la comprensione di valori estetici e contemplativi della natura che stanno scomparendo dalla nostra cultura sempre più artificializzata. Ma, come ha anche ricordato Papa Francesco nella sua enciclica ambientale, l’uomo è parte integrante dell’ambiente e non se ne può chiamare fuori senza che vi siano danni irreversibili. La scienza ha identificato i problemi che l’uomo sta procurando al pianeta e a se stesso, al punto da battezzare l’attuale momento storico “Antropocene”, ora sta ai singoli cittadini e alla società intera farsene carico».

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Tra ambiente ed etica ci sono però le sottili trame degli interessi economici e politici, si frappongono la mafia nel riciclo dei rifiuti e le connivenze tra mafia e politica, tanto che il problema della crisi ambientale ed etica diventa generalizzato, viene meno l’iniziativa del singolo e l’etica “si adegua”. “Meno leggi e più Legge” ha spesso ripetuto don Luigi Ciotti, più partecipazione degli individui come parte della collettività per rompere pericolosi intrecci: sono i temi di cui parleranno Luca Mercalli e don Luigi Ciotti.

E il rapporto tra uomo e ambiente è alla base anche di “Sherpa”, film in proiezione la sera di sabato 30 aprile al super Cinema Vittoria alle 21. Dopo l’anteprima andata in onda a metà aprile su DiscoveryChannel, arriva a Trento il documentario che contiene le immagini della tragedia avvenuta sull’Icefall nel 2014 con la morte di ben sedici Sherpa. L’anno prima le agenzie di tutto il mondo avevano raccontato la rissa a oltre seimila metri tra alcuni alpinisti europei e un gruppo di Sherpa. Tuttavia, esattamente sessant’anni prima il neo zelandese Edmund Hillary e lo Sherpa Tenzing Norgay avevano raggiunto la cima dell’Everest instaurando un clima positivo di concordia e di ottimismo. Sessant’anni sono lunghi e le spedizioni commerciali hanno cambiato i rapporti tra Sherpa e alpinisti occidentali. Jennifer Peedom nel 2014 si trovava al Campo base dell’Everest intenta a indagare l’evoluzione di questa relazione, insieme a una troupe di Discovery Channel che lavorava ad un altro progetto. Insieme si sono trovati a documentare una delle più grandi tragedie nella storia della montagna e come testimoni dell’evento hanno dato vita al documentario, che tratta anche di rispetto per le montagne e di etica alpinistica, sociale e ambientale.

di Oriana Pecchio

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