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di Teresa Geninatti

Riprendiamo il nostro gr 5, saliamo in direzione di Chatel e poi pieghiamo lungo il sentiero PS (Porte Soleil). In salita raggiungiamo il confine svizzero, dopo un saliscendi, una bella salita ci porta alla Croix. Puntiamo verso destra e raggiungiamo il punto più alto della tappa, Crete de Borney e cominciamo a perdere quota fino a Champery, piccolo comune nel cuore del Canton Vallese, circondato da alte vette e panorami mozzafiato, è una nota e rinomata stazione sciistica.
Meta di turisti fin dal 1850, dal 1857, anno di inaugurazione del suo primo albergo, Champery è un punto di riferimento per il turismo in Svizzera.

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Numerosi impianti (teleferiche e seggiovie) portano da Champery alle «Portes du Soleil», uno dei comprensori sciistici più grandi d'Europa: ben 14 comprensori sciistici – 6 in Svizzera e 8 in Francia – con 209 impianti di risalita e 650 km di piste. Uno snow park è riservato al free-style. La stazione possiede anche una pista di pattinaggio indoor aperto tutto l'anno e una pista da curling. L'area offre attività sportive per tutti i gusti e di tutti i tipi, può addirittura vantare un parco avventura che permette a grandi e piccini di mettere alla prova la loro temerarietà e la loro abilità passando di albero in albero mediante scale o ponti, assicurati da appositi cavi. Ma soprattutto un inaspettato parco faunistico, che a ben 1800 m, ospita una colonia di canguri!

Mentre percorrevamo l'ultimo tratto di strada verso la cittadina, ho notato i campi punteggiati di rosso: molte donne negli orti e nei campi avevano il capo coperto da un fazzoletto rosso, legato intorno al capo proprio come faceva mia nonna, nelle calde giornate estive. Ciò che più mi ha colpito, oltre naturalmente al modo di annodarlo così vicino al nostro, è che il fazzoletto era per tutte dello stesso colore. Molto incuriosita chiedo ai agli abitanti, così scopro che  da sempre a Champery non solo uomini e donne si sono sempre divisi il lavoro in modo equo, ma che le donne erano solite portare abiti maschili per governare il bestiame o per eseguire i lavori nei campi. Nei giorni di lavoro si mettevano un foulard rosso in testa, l'usanza è sopravvissuta ai secoli e al turismo, tanto da essere ancora molto diffusa ai giorni nostri.

Nonostante la modernità degli impianti sportivi, tuttavia la cittadina ha saputo mantenere e rispettare il suo patrimonio storico-architettonico.Su tutto, però, spicca il campanile della chiesa e ciò che particolarmente attira l'attenzione è una curiosa corona d'ardesia tutta traforata.Aspettando la tappa di domani vorrei lasciare un testo di Louis Reynard nella variante francoprovenzale del Valais. Aléguer a eummeun.

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"La gran partenza di lunedì 6 giugno"

Alle due del mattino, mia madre mi chiama dal letto e mi dice. "Alzati che sei in ritardo". Siccome ero il più giovane ero con una zia, il nostro lavoro consisteva nel portare allo chalet Tsandra due piccoli maiali le capre e le pecore. Alle tre precise noi uscivamo dalla stalla con le bestie. (…)

 

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