L'oro olimpico del gigante femminile va alla Germania ma non è la campionessa del mondo in carica Kathrin Hölzl a metterselo al collo, bensì Viktoria Rebensburg.
Sesta al termine della prima manche, la Rebensburg è stata la penultima a scendere con una visibilità buona nella parte alta, ciò non toglie che abbia sciato benissimo e la dimostrazione è che ha preceduto di 4 centesimi la slovena Tina Maze, l'ultima ad avere la stessa visibilità della Rebensburg.
Sono state penalizzate invece le tre austriache che dopo la prima manche erano nelle prime quattro e la francese Taina Barioz. Elisabeth Görgl, la leader di ieri, è riuscita a salvare il bronzo che si aggiunge a quello della discesa piazzandosi a 14 centesimi dalla Rebensburg, Kathrin Zettel è arrivata quinta, Eva-Maria Brem settima e Taina Barioz nona.
Per la Rebensburg, nata il 4 ottobre 1989, mai una vittoria in Coppa del Mondo anche a causa della giovanissima età, un oro olimpico che fa seguito al secondo posto nel gigante di Cortina, su neve e pista completamente diverse, per la Maze è un altro argento dopo quello del superG.
Bellissimo quarto posto per la svizzera Fabienne Suter, suo miglior risultato tra i pali stretti, sesta la Hölzl mentre Julia Mancuso dopo l'inconveniente della prima manche è finita ottava recuperando dieci posizioni, decima la terza tedesca, Maria Riesch.
Manuela Moelgg era l'unica azzurra che poteva puntare alle prime posizioni dopo la prima manche ma dall'ottavo è precipitata al diciassettesimo posto, Federica Brignone ha chiuso diciottesima col nono tempo parziale, Nicole Gius ventesima col decimo parziale, Denise Karbon, che era trentesima dopo la prima prova e quindi partiva per prima, ventitreesima col miglior tempo di manche.
Un risultato collettivo causato in buona parte dalla cattiva prima manche ma alla fine ancora peggiore di quello dei gigantisti e che non può essere certo soddisfacente considerato che le azzurre molto spesso in Coppa del Mondo hanno dimostrato di avere un collettivo fortissimo. E l'alibi delle piste non adatte a noi continua a non reggere: la Rebensburg è stata seconda a Cortina su pista e neve completamente diverse da queste e ora ha l'oro olimpico al collo.