“L’Esprit de la Montagne”, la rassegna promossa dalla biblioteca comunale di Courmayeur e da Grivel Mont-Blanc, continua a Courmayeur al Jardin de l’Ange con altri appuntamenti.
L’otto agosto, alle ore 21, Francesca Chenal presenta il lato femminile della montagna con il suo film “Manicure”. Francesca Chenal è una delle migliori alpiniste valdostane del momento. Un corpo esile e flessuoso, e mani forti e tenaci le hanno permesso di raggiungere l’8a in falesia e di superare tetti strapiombanti di ghiaccio e di roccia. Una manicure un po’ particolare quella di Francesca. Le sue mani sono inaridite dalla magnesite, le unghie spezzate e le nocche ingrossate dall’allenamento estenuante dei muscoli flessori delle dita. Ma quelle mani, aggrappate alle piccozze o sulla roccia, sono il suo mezzo per divertirsi e hanno un loro particolare fascino e sensualità. Sono anche mani da curare, da proteggere da traumi e congelamenti: la manicure di Francesca.
Sembra nata per arrampicare sulle falesie riscaldate dal sole mediterraneo e invece il suo rapporto con la montagna è cominciato con la neve (è maestra di snowboard) ed è proseguito sul ghiaccio con Ezio Marlier, Patrick Gabarrou e François Damilano. Ha condiviso il drytooling con Massimo Farina, di cui offre un delicato ricordo, ha affrontato le gare indoor, si è cimentata sul granito classico del Monte Bianco, fino alla grande occasione della sua carriera alpinistica: una spedizione in Pakistan. In cima al pilastro centrale del Chogolisa si è sentita come in Paradiso. Le martellanti musiche di Alicia Keys, Enya, Mia Martini e Shakera, danno ritmo alla salita e invogliano a seguire Francesca nelle sue avventure in montagna.
Dopo Francesca Chenal, a rappresentare il lato maschile dell’alpinismo, non poteva esserci che un duro come Erhard Loretan. L’alpinista svizzero, il terzo ad aver completato l’ascensione di tutti i 14 ottomila, sarà a Courmayeur, ospite della biblioteca comunale e di Grivel, il 10 agosto, sempre al Jardin de l’Ange alle 21.
Nato nel 1959 a Bulle, nel Vallese, ha mostrato capacità mentali e fisiche estreme sin dagli inizi della sua carriera. Ha partecipato alla prima spedizione extraeuropea nelle Ande, quando aveva 21 anni ed ha scalato il primo ottomila, il Nanga Parbat, a 23. Ha completato la serie nel 1995, raggiungendo la cima principale del Kangchenjunga. I caratteri distintivi del suo stile di arrampicata sono la scelta di vie nuove e difficili e la rapidità di salita, in stile alpino, senza ossigeno, senza portatori di alta quota, con equipaggiamento e viveri ridotti al minimo.
Tra i suoi exploits vanno ricordati: la traversata della cresta dell’Annapurna, 7,5 km a circa 8000 metri, nel 1984, l’invernale del Dhaulagiri nel 1985, salita e discesa del versante nord ovest dell’Everest in sole 43 ore nel 1986 e la prima ascensione della rischiosa ed esposta parete est della Torre di Trango, con Voytek Kurtyka, nel 1988 (quattordici giorni per 29 tiri tutti di livello estremo). Sulle Alpi ha dimostrato la sua non comune determinazione e le sue capacità scalando 13 pareti nord, incluso l’Eiger, in 13 giorni, nell’inverno 1989. Nell’estate australe 1994/95 si è recato in Antartide dove ha completato due difficili ascensioni in solitaria, con la ripida parete ovest alta 3000 metri, del Monte Epperly di 4700 m. “White out”, il film diretto da Romolo Nottaris, che sarà presentato durante la serata di Courmayeur, è la storia di questa esperienza. Nel film viene evidenziata un’altra qualità di Loretan, la sua abilità a valutare le situazioni critiche e a tornare indietro in tempo, prima che le circostanze diventino drammatiche, persino in vista della cima.
Membro dell’Associazione svizzera delle guide di montagna e del club alpino svizzero, nel 1996 è stato premiato con la King Albert Medal of Merit.
Ordiana Pecchio
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