«L’Espace Mont-Blanc non ha bisogno di fregiarsi dell’etichetta Unesco per la sua sopravvivenza» ha dichiarato Guido Cesal, vice presidente dell’Espace Mont-Blanc.
La proposta d’inscrivere il massiccio del Monte Bianco e i comuni del territorio valdostano che lo fiancheggiano (Courmayeur, La Thuile, Morgex e La Salle) tra i patrimoni dell’Umanità era stata inserita nello “Schema di sviluppo sostenibile dell'Espace Mont-Blanc” dello scorso anno. Su di esso erano state interpellate le popolazioni e le amministrazioni locali, per contribuire a orientare il cammino futuro della comunità transfrontaliera, che raggruppa comuni della Valle d’Aosta, del Vallese svizzero e della Savoia francese.
Nello “Schema di sviluppo sostenibile” si individuavano in realtà alcuni percorsi possibili. Uno avanzava la candidatura del Massiccio del Monte Bianco a Patrimonio mondiale dell'Umanità, evidenziando il carattere universale e unico del sito. Un altro, meno impegnativo, puntava al riconoscimento dell'Espace Mont-Blanc come Riserva di Biosfera del programma “Mab” (Man and Biosphere), in cui la protezione riguardava la valorizzazione delle risorse e delle popolazioni locali. Un terzo, proposto dallo stesso Cesal, suggeriva di «Riconoscere solo il Monte Bianco come Patrimonio mondiale dell'Umanità, evitando di inserire il territorio circostante che pure si sarebbe giovato in maniera indiretta dell'eventuale riconoscimento».
«L’iniziativa non è ancora nelle aspirazioni delle popolazioni valdostana, savoiarda e vallesana, visto che le consultazioni non sono state positive in tal senso». L’Espace ha al momento altre priorità: «Proponiamo – ha continuato Cesal – prima di tutto un limite all’impatto dei trasporti, con soluzioni a livello internazionale che favoriscano il trasporto combinato gomma-rotaia e a livello locale e regionale il miglioramento del livello dei trasporti pubblici collettivi». Tuttavia l’iscrizione del più alto massiccio d’Europa nel patrimonio Unesco, è stato solo rimandato «L’iniziativa fa comunque parte dei nostri obbiettivi futuri» ha concluso il vicepresidente dell’Espace.
Oriana Pecchio