Si è svolta domenica 25 ottobre presso la Biennale della Montagna ALPI 365 Expò la tavola rotonda dal titolo “Alpeggi senza confini – Escursionismo in alpeggio”, che ha visto fra i partecipanti esponenti del mondo accademico ed imprenditoriale piemontese.
L’evento è stato l’occasione per la presentazione di un nuovo volume – Escursioni in alpeggio – dedicato a queste particolari realtà. Presentato da Paolo Ferraris dell’IPLA (Istituto per le Piante del Legno e l’Ambiente), e realizzato a cura dell’IPLA stesso, con la collaborazione dei funzionari della Regione Piemonte, il testo è una guida escursionistica che propone 130 itinerari alla scoperta degli alpeggi fra le Provincie di Cuneo e di Torino. La guida cerca di unire le classiche informazioni più incentrate sull’organizzazione di un’escursione, integrandole con nozioni di carattere ambientale, sociale e merceologico, volte a promuovere la conoscenza delle strutture.
Il tentativo, infatti, in alcuni casi già avvenuto con successo, è di promuovere l’alpeggio come luogo non solo di vendita di produzioni tipiche, ma di valorizzazione in chiave turistica attraverso momenti d’incontro, ad esempio, con le scolaresche. Giuseppe Tomasino, gestore del Rifugio Agrituristico Salvin, presso Lanzo (TO), ha portato la propria esperienza in tal senso. In altri casi si stanno sperimentando dei veri e propri percorsi turistici, come nel Parco Veglia-Devero, rappresentato ai lavori del Direttore Ivano Denegri.
Ma proprio la conoscenza – o meglio, la “mancanza di conoscenza” – è stata fra i perni della tavola rotonda: gli operatori del settore, ad esempio, hanno sottolineato l’importanza di far comprendere al fruitore il corretto comportamento da tenere quando si visita un alpeggio.
Interessanti sono anche le sinergie che si potrebbero instaurare con le strutture che in alta quota sono l’icona della ricettività turistica, ovvero i rifugi alpini.
A questo proposito, Riccardo Beltramo dell’Università di Torino, ha sottolineato come siano diversi i progetti, anche in ambito piemontese, che hanno interessato gli alpeggi come i rifugi alpini e che varrebbe a questo punto “metterli in rete” in modo di condividerne i risultati per verificare la possibilità di sviluppare una progettualità integrata. Inoltre, sempre Beltramo ha evidenziato come sia il rifugio alpino che l’alpeggio siano sicuramente dei contesti di grande interesse per proporre della didattica, ferma restando la necessità di avere delle professionalità a loro volta formate ed in grado, quindi, di svolgere appieno tale attività.