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La notizia è ufficiale: l’UNESCO ha ufficialmente inserito, su richiesta congiunta dei ministeri dell’Ambiente di Italia e Francia, l’area Marittime- Mercantour tra quelle candidabili al prestigioso riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Un primo e non trascurabile obiettivo è stato centrato dopo anni di lavoro e confronto tra i due parchi “gemelli” delle Alpi Marittime e del Mercantour, che nella stesura definitiva del progetto hanno coinvolto anche le aree protette regionali del Marguareis (Piemonte) e Alpi Liguri (Liguria).

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Si trova così riunito un territorio ben connotato dalla definizione di “Alpi del Mare”, che da tempo è al centro di numerose iniziative delle amministrazioni di Cuneo, Imperia e Nizza.

“L’idea di lavorare a una candidatura per il Patrimonio mondiale – spiega Patrizia Rossi, direttore del Parco delle Marittime – risale ormai ad alcuni anni fa, ma c’è voluto del tempo per individuare quale fosse la strada da seguire per avere buone chances di successo. Perché ormai non ci si può fermare alla dimostrazione dell’eccezionalità di un luogo, va fatta emergere la sua unicità al mondo”.

L’Unesco, entità che ha promosso e gestisce l’assegnazione di “patrimonio dell’Umanità”, ha definito tre diverse categorie di siti: culturali, naturali, misti. Nel caso Marittime-Mercantour, il tema della biodiversità è sempre risultato centrale, ma si è ragionato anche rispetto ad alcune importanti emergenze culturali, con riferimento alle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, alle vie della transumanza, alle fortificazioni…

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Il dubbio – sito naturale o misto? – si è infine dissolto quando gli esperti coinvolti in un apposito gruppo di lavoro hanno dimostrato come l’argomento chiave della biodiversità fosse strettamente legato a un elemento di assoluta unicità: la storia geologica delle Marittime.

In epoche remote, l’attuale catena alpina aveva come appendice i rilievi della Corsica e della Sardegna; poi l’interazione tra le placche continentali genera il progressivo distacco delle due isole e la loro rotazione che le porta ad assumere una posizione quasi perpendicolare rispetto all’asse alpino. Nel tratto intermedio si forma un mare profondissimo, mentre nello spazio tra il Colle della Maddalena e la costa si crea una fascia che per posizione geografica, geologia e clima si presta ad accogliere nel tempo un’eccezionale quantità di specie vegetali ed animali.

È questo piccolo “paradiso terrestre” che oggi chiede di diventare Patrimonio dell’Umanità. Il cammino non è semplice, la concorrenza molto agguerrita: in lizza per il riconoscimento, di recente conseguito dalle Dolomiti, ci sono il Monte Bianco, l’Etna, il Parco nazionale della Sila, l’arcipelago de La Maddalena…

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Dopo l’iscrizione nella lista indicativa, il prossimo passo è la predisposizione di un dossier di candidatura: un impegno molto gravoso, da tutti i punti di vista. Molti degli studi richiesti sono comunque già stati realizzati nell’ambito del Piano Integrato Transfrontaliero Marittime Mercantour, un aiuto economico per la realizzazione del dossier potrebbe arrivare dal Principato di Monaco, che ha manifestato il suo interesse a supportare il progetto, mentre in un recente incontro presso la Camera di Commercio di Cuneo il presidente Ferruccio Dardanello e i rappresentanti  delle omologhe strutture di Imperia e Nizza hanno assicurato che non faranno mancare il loro appoggio.

“Le condizioni per raggiungere un traguardo così ambizioso ci sono tutte – concordano i presidenti dei parchi delle Alpi Marittime e del Marguareis, rispettivamente Gianluca Barale e Armando Erbì. – Dobbiamo subito metterci al lavoro perché si concretizzi un progetto che ci aiuterebbe nella missione di conservazione del territorio e al contempo farebbe conoscere le nostre montagne in tutto il mondo, assicurandoci una visibilità che è alla base della promozione turistica”.

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