Aumento delle temperature, scarse precipitazioni, ghiacciai alpini a rischio estinzione: un ritornello che da mesi, se non da anni, sentiamo ripetere, mentre le misure per fronteggiare i cambiamenti climatici rimangono poche e isolate. L’ultimo rapporto dell’ICPP (Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici), di recente approvato a Bruxelles, riporta una situazione particolarmente preoccupante per le Alpi.
Nello specifico, Luca Mercalli è stato chiamato a studiare l'evoluzione della situazione climatica; ad approfondire il ruolo dell'amministrazione locale in rapporto alla politica internazionale e nazionale; a posizionare la realtà valdostana in relazione all'impegno, in questo ambito, di altri paesi alpini quali Svizzera e Austria. «Vogliamo conoscere – commenta Luciano Caveri – la possibilità delle comunità alpine di incidere sui nuovi percorsi economici e sociali coerenti con il mantenimento a lungo termine delle risorse naturali, superando il senso d'impotenza di fronte ad un problema globale».
«Non si tratta solo di aggiornare i dati dello scorso anno, atto dovuto considerate la situazione invernale e le alte temperature, decisamente anomale, di aprile – afferma Mercalli – ma anche di compilare un programma operativo. Se le indicazioni conclusive dello studio precedente erano rivolte soprattutto agli amministratori, quest’anno si cercheranno delle strategie di comunicazione per il grande pubblico. Le Alpi sono un luogo d’elezione per ragionare su come vivere con poche risorse a disposizione, come dimostra la storia dei popoli alpini, i Walser per esempio. Si cercherà di far leva sull’orgoglio delle genti di montagna che hanno molto da insegnare alla “città scialacquatrice”, per attuare misure di salvaguardia delle risorse. Con questo spirito è stato coinvolto nello studio Luigi Zanzi, storico dell’Università dell’Insubria, per cementare i dati climatici con una visione antropologica ed essere propositivi».
Allo scopo di giungere a buone pratiche in merito alla realizzazione di un giusto rapporto tra uomo e natura, lo studio si concentrerà, tra l'altro, sull'impiego di energia solare fotovoltaica e termica; sull'energia idroelettrica; sul rispetto del bosco e la sua conservazione; sulle scelte responsabili di prodotti alimentari; sui consumi intelligenti e la riduzione degli sprechi di energia; sulla bioedilizia; sul trattamento dei rifiuti.