Per la “Notte dei musei” anche il Museo nazionale della Montagna di Torino resterà aperto dalle 10 alle 24 con ingresso gratuito. Per l'occasione, oltre alla possibilità di visitare le collezioni permanenti e la mostra "Visioni tra le rocce", sono previsti due eventi speciali in Sala Stemmi.
Alle 17, in occasione dell’appuntamento Il Bhutan al Museomontagna sarà presentato il film “School among glaciers” di Dorji Wangohuk, storia di un insegnante che compie un viaggio di 14 giorni a piedi fino a Lunana, remoto villaggio del Bhutan orientale. Lì si fermerà per cinque mesi a 4.500 metri di altezza con tribù semi-nomadi formate da un migliaio di individui, di cui scoprirà le affascinanti caratteristiche culturali.
Alle 21, Roberto Mantovani presenta “Finis Terrae” di Fulvio Mariani, (1999, 56'). Il lungometraggio prodotto dal Museo Nazionale della Montagna con la Regione Piemonte, in collaborazione con la sede Rai della Valle d’Aosta, fu nel 1999 una vera avventura. Nel film si fecero ripercorrere le esplorazioni del salesiano Alberto Maria De Agostini in Patagonia e in Terra del Fuoco, a un interprete d’eccezione, Walter Bonatti, all’epoca non ancora settantenne.
De Agostini (Pollone, Biella, 1883 – Torino 1960) era un uomo che ormai faceva parte della leggenda e oggi può essere considerato uno degli ultimi grandi esploratori romantici, del tempo in cui i viaggi di scoperta ancora non potevano contare né sulla fotografia satellitare né sul Gps. A lui si deve la conoscenza delle regioni interne del continente sudamericano e l’individuazione dei grandi ghiacciai che ne costituiscono il cuore, degli innumerevoli, imponenti massicci montuosi che costituiscono la sezione australe della cordigliera andina, di mesetas, cañones, fiordi, fiumi e torrenti. Fu proprio il biellese a costruire sulla carta geografica, con gli innumerevoli viaggi realizzati nel corso della sua permanenza come missionario nelle terre del Fin del mundo, la geografia dell’estremità meridionale dell’America Latina. Qualche volta assieme a pochi fidati compagni, a volte da solo, ma sempre portando con sé la fotocamera e la cinepresa.
Walter Bonatti, innamorato della Patagonia e frequentatore delle sue montagna dalla fine degli anni ’50 era il personaggio adatto alla scopo, e mostrò subito grande confidenza con l’ambiente, oltre che rispetto per la pluridecennale esplorazione del sacerdote salesiano. Alla ricerca storica pensò invece il Museo, che da anni si occupava dell’opera di De Agostini.
Con l’équipe che operò in Patagonia e in Terra del Fuoco, oltre al regista e a Bonatti erano presenti rappresentanti del Museomontagna, Rossana Podestà, una guida andina e Pietro Taldo, cineoperatore. Nell’estate e nell’inverno australe del 1999 il gruppo viaggiò dall’estremità della Terra del Fuoco al gruppo montuoso del Fitz Roy utilizzando tutti i mezzi a disposizione. Furono percorsi molti dei canali fueghini per filmare il celebre Monte Sarmiento e la Cordillera Darwin. Successivamente l’équipe effettuò riprese nella missione salesiana dell’Isola Grande della Terra del Fuoco e sulle due sponde del Canale di Magellano. Risalendo verso nord, Bonatti raccontò le imprese di De Agostini ai piedi del massiccio del Balmaceda, che si erge in fondo al Seno Ultima Esperanza, alle Torres del Paine e infine al cospetto del Fitz Roy, che fu filmato in una giornata invernale di cielo terso e freddo intenso, realizzando sequenze memorabili intorno alla vetta, al poco distante fungo sommitale del Cerro Torre e sull’imponente Hielo Patagonico Sur.