Giovedì 12 marzo, in occasione della 10a Conferenza delle Alpi a Evian (FRA), gli Stati alpini non sono riusciti a concordare misure vincolanti per affrontare i cambiamenti climatici nelle Alpi. Il Piano d’azione presentato dalla Presidenza francese e approvato dalla Conferenza non
merita tale nome.
La CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi,
richiede che ora, sotto la nuova Presidenza slovena, vengano sviluppati provvedimenti concreti e che continuino a essere perseguiti gli obiettivi della borsa dei transiti alpini e delle Alpi a bilancio CO2 neutrale.
Il Piano d’azione per il clima, elaborato in ben due anni di lavoro dalla Presidenza francese e approvato il 12 marzo 2009 alla 10a Conferenza delle Alpi a Evian è insufficiente su tutti i fronti. Non solo non va molto aldilà di una mera dichiarazione d’intenti, ma in esso mancano completamente tutte le indicazioni relative al finanziamento ai tempi di realizzazione. Questa è la conclusione della CIPRA alla fine della Conferenza degli Stati alpini.
Certo singoli Stati hanno nuovamente tentato di rivalutare la proposta francese con misure efficaci, ma nel Piano d’azione hanno trovato spazio solo le richieste del ministro svizzero Moritz Leuenberger per una borsa dei transiti e la proposta del Segretario di stato del ministero per l’ambiente tedesco Michael Müller per una ricerca su come sia possibile rendere le Alpi a bilancio CO2 neutrale entro il 2050 (mantenendo comunque la percentuale della compravendita di certificati di emissioni di CO2 sotto il 25 percento). Müller ha espresso, inoltre, la sua insoddisfazione nel vedere come i provvedimenti proposti nel Piano d’azione siano molto distanti da quanto invece sarebbe necessario: “Una protezione del clima più decisa è una necessità storica.”
Tutti gli Stati sono chiamati all’appello. La CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, ripone ora le sue speranze sulla Slovenia cui, a partire da subito, la Francia cede la Presidenza per i prossimi due anni. Un Gruppo di lavoro dovrebbe rioccuparsi del problema sotto i migliori auspici. Gli osservatori devono svolgere un ruolo importante e le richieste del “Patto per il Clima” devono essere prese in considerazione. Ma anche gli altri Stati alpini e l’Unione Europea (UE) non devono rimanere con le mani in mano. Essi sono chiamati a sostenere attivamente la Slovenia e a impegnarsi insieme affinché le Alpi diventino davvero una regione modello per la protezione del Clima.
La CIPRA fa ancora una volta presente la necessità di un Fondo clima per le Alpi, finanziariamente ben dotato, che permetta l’effettiva realizzazione dei provvedimenti climatici. È noto che le Alpi siano particolarmente colpite dagli effetti del riscaldamento globale. Ed è noto anche che prevenire sia meglio che curare, ammesso peraltro che in questo caso una correzione a posteriori sia davvero possibile.