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Una considerazione: è vero, a Kranjska Gora Raich ha dimostrato di essere veramente in forma, dando un secondo di distacco a Massimiliano Blardone, giunto secondo. Ma la notizia buona è proprio questa. Chissà se sia lo spirito olimpico (Rocca lo sostiene, ed anch’io) o che altro, ma dopo due vittorie su due di capitan Giorgio, dopo la doppietta azzurra in Alta Badia (Blardone, Simoncelli), arriva un altro podio per Massimiliano Blardone e un quinto posto per Moelgg – che se ci fosse un premio per affidabilità e regolarità di prestazione, lo avrebbe già vinto da un pezzo.

Questo per dire che, tirando le somme, ne risulta una squadra azzurra edizione 2005-2006 che riempie di gioia il cuore degli appassionati di sci.



Diciamocela tutta: gli scheletri restano negli armadi per anni, decenni, forse secoli. E l’Italia è ancora profondamente legata ad un tipo di sci che porta marchiato a fuoco il nome Alberto Tomba. Quel caso eccezionale, quel portento dello sci, che non è stato solo un grande sciatore, ma un campione in senso assoluto. Parallelismo inflazionato, ma questo ragazzone bolognese è stato il Maradona dello sci. Se ne è più visto un altro così? No, certo. E forse ci vorranno decenni prima che un fuoriclasse del genere ricompaia sui campi da calcio. O sulle piste da sci.



Non illudiamoci di pescare tout court un genio delle lamine. Ora è giunto il momento di godere della sorprendente bravura dei ragazzi azzurri dello sci del presente (ed anche del futuro).

Buone feste.







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