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Ritorna a farsi sentire il problema dell’inquinamento luminoso sulle Alpi. Il programma europeo Alpi del WWF ha infatti appena reso noti i risultati di uno studio dell’Università di Berna, basato sull’osservazione delle foto da satellite, in cui viene illustrato l’aumento di luminosità notturna in tutto l’arco alpino, nel corso degli ultimi 15 anni.



I cambiamenti luminosi, come mostra il confronto tra un’immagine del 1992 ed una del 2000, sono particolarmente visibili soprattutto alla periferia della Alpi, in grande misura nell’area metropolitana di Milano e sulla pianura padana così come nella zona centrale della Svizzera. E’ qui visibile un vero e proprio mare di luci.



Tra il 1992 e il 2000 la superficie dell’area con luci particolarmente forti è praticamente raddoppiata e l’intensità luminosa è cresciuta a dismisura. Le ragioni sono da ricercare nell’aumento degli insediamenti e della rete viaria, così come nell’aumento delle luci a scopi pubblicitari o decorativi.



Gli effetti più immediati di notti più luminose si fanno sentire in primis sulle condizioni di vita di molti animali ed ora non sono più solo i naturalisti a chiedere che il buio sia protetto come una risorsa naturale. E poi non è da trascurare l’aspetto legato al consumo energetico: se da una parte sembra che molte realtà lottino per una maggiore efficienza energetica (stesso prodotto con consumi minori), sembra che in alcuni luoghi trovi giustificazione la teoria del paradosso.

Nessuna crociata all’orizzonte, per il momento. Tuttavia i risultati di questo studio di matrice elvetica, potrebbero quantomeno invogliare a riflettere sulla situazione.



Immagini da satellite che mostrano l’evoluzione della luminosità:

1992-2000



Ulteriori info

www.cielobuio.org







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