La tragedia dell’Airbus A320 della compagnia Germanwings di martedì 24 marzo, sulle Alpi francesi, è costata la vita a 150 persone. La cause dell’incidente sono attualmente al vaglio degli inquirenti, ma alcune testimoninaze parlano di un aereo in planata che nulla ha potuto per evitare l’impatto, fatale, contro una parete rocciosa delle Alpi, ad una quota presumibilmente inferiore ai 2000 metri di quota (perlomeno a giudicare dalle immagini diffuse da Tv e Web, che presentano un versante privo di neve e con vegetazione nei dintorni).
Questo terribile incidente ne riporta alla memoria altri, sempre accaduti in ambiente alpino.
Vedute delle Alpi dall’aereo
Il 3 Novembre 1950, il “Malabar Princess”, quadrimotore modello “Lockheed L-1649A Constellation” della compagnia Air India, in volo da Bombay a Grenoble, impattò tragicamente contro la cima del Monte Bianco. Resti della carlinga vennero individuati a soli 30 metri dalla cima della montagna più alta d’Europa. Nell’incidente morirono 40 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio.
Sedici anni più tardi, il 24 gennaio del 1966, un Boeing 707, sempre della medesima compagnia aerea, si schiantò sul Monte Bianco provocando la morte di 117 persone (106 passeggeri e 11 membri d’equipaggio). Anche in questo caso i resti del relitto e dei corpi vennero individuati a pochi metri dalla cima.
Pochi anni prima, nel 1963, un Comet Saudita si era schiantato sul monte Matto – una delle vette più elevate delle Alpi Marittime – a quota 3.097 metri sul livello del mare. Tutte le persone a bordo ero decedute nell’incidente.
In tempi più recenti, il 15 ottobre del 1987, un Atr 42 dell’ATI, decollato da Milano Linate alla volta di Colonia, è precipitato sulle pendici del monte Crezzo, nei pressi di Como: 37 le vittime.