All’interno del più ampio tema delle risorse paesaggistiche italiane, il sistema delle dimore rurali tradizionali è un capitolo fondamentale. L’esperienza di un territorio come la Valtellina e la Valchiavenna ove i segni della presenza dei contadini-pastori, con pregevoli architetture in pietra e in legno, caratterizzano ovunque l’identità dei villaggi e dei borghi, costituisce un punto di riferimento per una problematica che riguarda tutta l’Italia.
A fronte di una cultura secolare che, in certe regioni, coinvolgeva oltre il 90% della popolazione attiva, non si può che constatare l’insufficiente livello degli studi e delle iniziative per la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio. A parte alcuni isolati e spesso eccezionali interventi il patrimonio dell’architettura tradizionale popolare non è stato e non è adeguatamente tutelato dalla legislazione e, soprattutto, non è stato adeguatamente considerato per il suo valore storico e artistico e per le conseguenti implicazioni di potenziale sviluppo turistico culturale. Demolizioni diffuse, trasformazioni inappropriate, speculazioni immobiliari, stanno rapidamente cancellando edifici di grande importanza e di antica formazione (a volte medioevale, se non alto medioevale).
L’urgenza di approfondire lo studio di questa tematica, unita alla necessità di intervenire con provvedimenti appropriati per la conservazione e la valorizzazione delle dimore rurali italiane, ha fatto nascere l’esigenza di creare una associazione dedicata a questo tema.
I promotori dell’iniziativa, tra cui l’Arch. Dario Benetti e alcuni soci della Cooperativa editoriale “Quaderni Valtellinesi”, hanno pensato di legare la sede dell’associazione che è stata chiamata “Associazione Furfulera” ad un luogo significativo ove si è tentato e si sta tentando un recupero di un piccolo insediamento in pietra di origine medioevale, per l’appunto la contrada Furfulera in Val Tartano (So) una valle orobica contrassegnata dalla presenza di numerose borgate e nuclei isolati di grande bellezza ma in grave stato di deterioramento o abbandono e segnata da devastanti interventi seguiti all’alluvione del luglio 1987.
E proprio qui sono stati presentati nell’ottobre 2008 gli scopi della nuova associazione.
Nel’occasione diversi autorevoli relatori hanno discusso su: “Lo studio, la conservazione e la valorizzazione delle dimore rurali italiane” presenti, tra gli altri, il prof. Santino Langé e il prof. Paolo Bossi, del Politecnico di Milano, l’arch. Dario Benetti, presidente della Cooperativa editoriale “Quaderni Valtellinesi” e il prof. Giorgio Vassena, presidente nazionale dell’associazione ambientalista “L’Umana Dimora”.