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Che fare se i giovani non si avvicinano più alla montagna con lo stesso spirito di trent’anni fa? Se le generazioni di guide alpine che hanno scritto la storia dell’alpinismo sulle Alpi Occidentali (i Petigax, i Carrel, i Maquignaz, i Bich, gli Ollier ecc.) stentano a trovare i successori?

In Valle d’Aosta le guide alpine si sono interrogate sul loro progressivo invecchiamento e sullo scarso ricambio generazionale: tra soli sette anni su 180 iscritti, 82 avranno più di 50 anni e 78 si saranno ritirati dall’attività per limiti d’età. Contemporaneamente si sta osservando una certa disaffezione dei giovani nei confronti della montagna e l’allontanamento dalle professioni ad essa correlate. Spia del fenomeno sono la diminuzione dei partecipanti ai corsi guide, il calo delle frequenze alle attività formative sulla montagna, la riduzione del numero degli skipass.

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«Per molti ragazzi, specialmente per quelli provenienti dalle valli laterali, è difficile trovare compagni per andare in montagna. – afferma Guido Azzalea, presidente dell’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna – Ai miei tempi era più facile e ho avuto la fortuna di crescere alpinisticamente nel modo giusto. Ho cominciato quattordicenne ad andare ad arrampicare con Pietro Giglio, poi ho avuto maestri come Renzino Cosson e Fausto Lorenzi. A diciassette anni avevo già fatto la Bonatti al Capucin. Adesso se penso a un diciassettenne su una via così mi vengono i brividi». L’aumento e  l’allungamento della scolarità e le mutate condizioni di vita in montagna, hanno spostato gli interessi dei giovani.

Ci si avvicina alla montagna più avanti negli anni. Non è un caso che l’età media degli ultimi cinque corsi per aspiranti guide sia 29 anni: molte guide cominciano l’attività a pieno titolo solo a 32 – 35 anni! Questo fatto potrebbe contribuire ad un progressivo impoverimento, non solo economico ma anche sociale e culturale, delle vallate laterali, perché un minor presidio della montagna può significare anche perdita di conoscenza di una parte importante del proprio territorio e delle problematiche ad esso connesse.

La prima risposta arriva da un progetto promosso dall’Uvgam e dalla Fondazione Montagna Sicura. “Scoprire la montagna” è un percorso formativo, della durata complessiva di 232 ore, rivolto a venti giovani valdostani interessati a conoscere meglio il proprio ambiente, le tecniche per affrontare la montagna in sicurezza e per avvicinarsi ad una professione tradizionale, ma in continua evoluzione, quale appunto la guida alpina. Saranno a tal fine sviluppati dei moduli specifici dedicati all’alpinismo, all’arrampicata, allo scialpinismo – free ride, alle cascate di ghiaccio, con particolari attività sul terreno coordinate dalle guide alpine valdostane. Accanto ai moduli pratici, anche moduli teorici con contenuti culturali e sociali e incontri con guide protagoniste dell’alpinismo valdostano per un confronto diretto con i giovani.

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Il corso, finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dall’Assessorato del Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, è completamente gratuito. Per incontrare direttamente i giovani potenzialmente interessati e accompagnarli nella loro adesione sono previste cinque serate promozionali: il 16 marzo a Morgex (Auditorium scuole elementari), il 23 marzo a Arvier (salone polivalente delle scuole), il 28 marzo a Aosta (Biblioteca regionale), il 13 aprile a Châtillon (Biblioteca comunale) e il 20 aprile a Pont-Saint-Martin (Palazzetto dello sport).

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