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Pier Giorgio Rauzi, Alberto Brodesco, Viviana Sbaraini, Il Trentino degli allevatori. Dalla stazione di monta all’embryo-transfer, Effe Erre editore, Trento, 2004.

Al termine di una ricerca pluriennale, che ha coinvolto una sessantina di anziani testimoni in tutto il Trentino, è stato pubblicato il libro Il Trentino degli allevatori.




Il Trentino degli allevatori affronta l’allevamento di montagna come “fatto sociale totale”: come espressione e sintesi, cioè, dell’insieme della vita sociale di un territorio; come luogo che cristallizza e permette di chiarire le trasformazioni indotte dalla modernizzazione su una regione e sui suoi abitanti. È nell’ambito dell’allevamento che tanti temi – le relazioni tra l’uomo e il suo habitat, tra cultura e natura, tra sviluppo economico e tutela ambientale – trovano un fondamentale punto di incontro.



L’evoluzione conosciuta dal Trentino in poco più di mezzo secolo si trova significativamente raffigurata nel passaggio da due modalità nella tecnica di fecondazione bovina: dalla stazione di monta all’embryo-transfer; da una struttura localizzata, diffusa, comunitaria a un’asettica e avanzatissima tecnica di laboratorio.



Se alla funzione che l’allevamento svolgeva all’interno di un’economia di sussistenza sembra si possa rinunciare senza rimpianti, il rapporto fondativo dell’allevamento di montagna con il territorio non permette tuttavia di abbandonarne così in fretta la memoria.



Il Trentino degli allevatori dà la parola ai protagonisti di cinquant’anni di piccole e grandi rivoluzioni. Una lunga serie di interviste ha permesso di ricostruire, per temi, il racconto delle trasformazioni in una professione e nella società trentina.

Gli anziani intervistati, allevatori, ex-allevatori, tecnici dell’allevamento, con le loro storie di vita ci permettono di seguire il filo del cambiamento attraverso uno sguardo immune da nostalgie e rivolto verso il futuro.







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