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La prima stagione sul campo del progetto Life+ Bioaquae, per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici alpini, promosso dal Parco Nazionale Gran Paradiso con il contributo dello strumento finanziario LIFE dell'Unione Europea, si è conclusa con la cattura di 8.000 Salmerini di fonte.

Una delle tre azioni previste dal progetto Bioaquae, che durerà cinque anni, è l'eradicazione in quattro laghi del Parco, del Salmerino di fonte, specie proveniente dal Nord America e introdotta nei laghi alpini per la pesca negli anni Sessanta. «In quesi laghi non c’erano e non ci sarebbero dovuti essere pesci di nessun genere», spiega Achaz von Hardenberg, biologo del Parco e responsabile del progetto. La resistenza alle basse temperature ha permesso al Salmerino di vivere bene anche nelle acque fredde dei laghi alpini, dove, essendo un vorace carnivoro, nei cinquant’anni di presenza ha fatto strage di girini di Rana temporaria, portandola vicina alla scomparsa nei laghi dove era stato introdotto, e così è stato anche per piccoli crostacei e insetti acquatici. Proprio la Rana temporaria, specie autoctona seriamente minacciata, è stata scelta per il logo del progetto Bioaquae.

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I ricercatori hanno posizionato decine di reti da pesca in ognuno dei quattro laghi interessati dall'azione di conservazione e in più di tre mesi di pesca ininterrotta sono stati catturati circa ottomila pesci. I salmerini, la cui carne è apprezzata al pari di quella delle trote, in parte sono stati regalati a ricoveri per anziani presenti nelle valli del Parco, in parte sono stati stoccati per il nutrimento delle lontre che saranno ospitate nel Centro per la conservazione dei corsi d'acqua in Valsavarenche.

Il lavoro e i metodi di cattura adoperati sembra funzionino bene, visti i risultati raggiunti, e proseguiranno anche nei prossimi anni. Grazie a queste operazioni si notano già alcuni iniziali, ma importanti segnali di ripristino degli ecosistemi. Al lago Dres in valle Orco è stata registrata la presenza di decine di libellule e di alcune Daphnie (un minuscolo crostaceo); al lago Nero in Valsavarenche sono stati trovati per la prima volta alcuni ditiscidi (dei piccoli coleotteri nuotatori) e al lago Djouan, nella stessa valle, le rane sono tornate abbondanti e alcuni tricotteri (piccoli insetti) sono riusciti a sopravvivere.

Nel lungo inverno alpino le reti rimarranno sotto la superficie gelata dei laghi proseguendo il loro lento lavoro di cattura mentre i ricercatori si occuperanno delle analisi in laboratorio dei campioni raccolti. Nella primavera 2014 ripartirà la stagione di eradicazione, dalla quale i ricercatori sperano di avere ulteriori conferme dell'efficacia di questa azione. «Pensiamo di arrivare all’eradicazione dei Salmerini nei quattro laghi già nel giro di tre anni», conclude Achaz von Hardenberg.

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Le altre azioni principali del progetto prevedono interventi di conservazione a favore della Trota marmorata in tre diversi corsi d'acqua nell'area protetta e il miglioramento della qualità degli habitat acquatici d'alta quota, con l'applicazione di tecniche più eco-compatibili rispetto a quanto già previsto per legge, nel trattamento degli scarichi di strutture come rifugi ed alpeggi.

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